Cibo e cinema: ciak, la cena è servita

Cibo e cinema: ciak, la cena è servita
di Alessandra Iannello
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Giovedì 14 Febbraio 2019, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 19:11

Fra le scene che hanno fatto la storia del cinema c’è sicuramente quella in cui gli Sciocciammocca, con capofamiglia Totò, di “Miseria e Nobiltà” mangiano gli spaghetti affondando nella zuppiera le mani ma anche quella di “Harry ti presento Sally”, dove Sally (Meg Ryan) a cena da Katz's Delicatessen dimostra praticamente a Harry (Billy Crystal) come le donne sanno fingere gli orgasmi. E poi ci sono “Lilli e il vagabondo” che, grazie a un piatto di spaghetti, si danno il primo bacio o Peter Clemenza, affiliato alla famiglia Corleone e mentore prima di Santino e poi di Michael, che spiega ne “Il Padrino” la ricetta delle sue polpette al pomodoro.

 

 


«Il cinema – spiega Marco Pinelli, chef del ristorante Il Gazebo dell’hotel Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa. di Cortina d’Ampezzo – ha sempre attinto a piene mani dalla cucina perché è qui che si compiono gesti quotidiani che mettono d’accordo tutti. Il cibo è condivisione, convivialità con gli amici, ma anche con i colleghi. A tavola si chiudono progetti, si elaborano idee e talvolta si discute anche di film. Il cibo è uno strumento che rilassa e che permette di entrare in empatia con gli altri favorendone la relazione. L’atmosfera che si crea a tavola con gli invitati fa pensare a quella  intima che invece viviamo tutti i giorni a casa, con le persone che ci stanno a cuore. Durante un pranzo o una cena, quindi le idee sgorgano più facilmente e pensando a quanti film attingono dalla cucina mi viene da dire: chissà quanti di questi sono stati concepiti a tavola».

Proprio per omaggiare la storia di Cortina, set di molte pellicole, e le tante le stelle italiane e hollywoodiane che negli anni l’hanno frequentata, lo chef Pinelli ha implementato, in collaborazione con Silvana Grasselli, Chiara Caliceti e Maurizio Pozzan, simposiarchi dell’Accademia Italiana della Cucina, una menù cinematografico. «Per ricreare i piatti di un film – continua lo chef allievo di Alain Ducasse – bisogna capirne la trama e qual è l’essenza della sua anima. Non basta guardare una scena per decidere quale piatto preparare. Bisogna entrare nella sua interezza per afferrare il senso profondo. Se il film è ambientato in un ristorante elegante che ambisce a evidenziare esclusività e originalità dei piatti, la ricetta potrebbe essere più elaborata e interessare più tecniche di cottura. Nel caso, invece l’ambientazione sia più familiare, la ricetta assume una complessità diversa, più vicina a sapori genuini e più semplice nella sua preparazione. In nessuno dei due casi, comunque, il gusto viene penalizzato».

E così sono nate le irresistibili “polpette di Bavaria” del sadico professore Birkermaier, di fantozziana memoria la cui ricetta originale prevedeva cuore di patata, farina, aromi, quattro tipi di carne, prosciutto, formaggio e uova e che lo chef ha rivisto accompagnandole con scarola e pinoli. A seguire c’è “il risotto alla Pantera Rosa” con uova di salmerino gigante e barbabietola, in ricordo del classico di Blake Edwards che proprio al Cristallo ha allestito il set principale del primo film del ciclo.

Come secondo, ecco “l’arrosto per gli amanti”. Il riferimento è ad “Amanti”, di Vittorio De Sica, girato proprio a Cortina nel 1968. I due protagonisti, Marcello Mastroianni e Faye Dunaway, si innamorarono sul set, trasponendo nella realtà la trama cinematografica. Il famoso arrosto è quello che preparò per loro Rachele Padovan, brillante figura emblematica di Cortina la cui casa divenne un cenacolo per artisti e intellettuali, e che Pinelli ha contornato di radicchio brasato al valpolicella.

In chiusura, il dessert, ispirato al tiramisù di “Sapori e Dissapori” (preparato da Pinelli con mascarpone fresco di malga e cialda al cioccolato), con cui Nick, il personaggio interpretato da Aaron Eckart, conquista l’algida e severa chef Kete (Catherine Zeta-Jones).

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