L'ex star mondiale del volley allena i piccoli a Manoppello

L'ex star mondiale del volley allena i piccoli a Manoppello
di Mila Cantagallo
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 22:31

Muovere i primi passi nella pallavolo guidati dall’ex miglior giocatore del mondo nella disciplina. Sono consapevoli di essere dei privilegiati i mini atleti dell’Arabona Volley, società nata nel 1990 per iniziativa di alcune mamme di Manoppello, in provincia di Pescara, che l’anno scorso ha raggiunto la serie B2 con la sua squadra femminile. Joël Despaigne non ama parlare di sé, né cerca visibilità. Nel club del presidente Verino Cesarone ha trovato appagamento professionale e serenità dopo un percorso iniziato a Cuba negli anni ’80, diventato una favola su scenari internazionali fino alla metà degli anni ’90. Schiacciatore di Īraklīs Salonicco, Catania Sporting e Roma, è stato titolare nella nazionale cubana collezionando 350 presenze tra il 1984 e il 1996. Con la casacca stellata ha vinto la coppa del mondo in Giappone nel 1989 dopo aver battuto Italia e Russia, in quell’occasione è stato proclamato miglior giocatore del mondo. I giornalisti del tempo lo chiamavano El Diablo per la cattiveria con cui divorava palloni. Nel suo palmarès anche un secondo posto ai mondiali del ’90 ed alla coppa del mondo ’91, tre argenti nella World League 1991-93-94. «L’oro del 1989 è il ricordo più felice della mia carriera - ammette lui - mentre resta il rammarico del secondo posto del 1990 quando siamo stati eliminati dall’Italia nonostante fossimo i favoriti dei mondiali. Momenti che ho sempre vissuto con un orgoglio speciale perché noi cubani sentiamo forte la missione di rappresentare il nostro popolo».


L’allenatore del Minibasket, dell’under 12 e dell’under 15 dell’Arabona non vanta mai i trascorsi di lusso, ma i suoi baby sono ben informati e pieni di curiosità: «Mi chiedono i segreti per diventare l’atleta che sono stato – continua Despaigne - in loro scatta lo spirito di emulazione, hanno fretta di migliorare, allora freno gli entusiasmi spiegando che il talento si coltiva giorno per giorno, con tappe obbligatorie. I ragazzi devono prendersi il tempo di capire quali sono i loro reali obiettivi, avere autostima e fiducia, allenarsi con sacrificio, curare l’alimentazione.

Stare con loro mi fa bene, sono felice e miglioro ogni giorno sotto l’aspetto professionale». Il Covid non ha fermato il tecnico che continua a riunirsi in palestra con i suoi giocatori: «Indipendentemente dal virus, avvicinarsi allo sport fa sempre un po’ paura ad un bambino o un adolescente - riprende - i timori si superano gradualmente sul campo e non bisogna fermarsi mai. In questo periodo non dobbiamo assolutamente privare i ragazzi dello sport, è fondamentale per la loro psiche e per il bisogno di sfogo che si accumula dentro casa».

Italiano d’adozione da venti anni, Joël Despagne ha una moglie sarda ed ha scelto l’Abruzzo come dimora definitiva: «L’Italia mi ha dato tanto, in questa regione mi piacciono la gente, la cucina, soprattutto gli arrosticini (ride). Nell’Arabona ho trovato amici e tanti figli adottivi che sono i miei ragazzi». La stella della storia del volley brilla anche per la sua umiltà: «Sto bene così, non mi interessano panchine prestigiose – chiarisce- un giorno mi piacerebbe avere una società giovanile tutta mia, quello si. Sarebbe bello anche vedere crescere questa disciplina sul territorio, avere più formazioni rappresentate nelle categorie maggiori. Al nord sulla pallavolo si investe molto, i successi delle squadre sono un punto di riferimento per i giovani ed è l’intero movimento a beneficiarne». Il campione che ha giurato fedeltà al volley per tutta la vita ma non nasconde di essere attratto da calcio: «I miei amici vanno a vedere il Pescara e me ne parlano sempre. È arrivato il momento che di seguirli allo stadio. Appena le regole lo consentiranno, mi unirò alla mia simpatica compagnia di scatenati».

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