Quando i carabinieri lo hanno soccorso lungo la strada statale 17 in rientro a Castel di Sangro, aveva un tasso alcolemico di 3 g/l: sei volte quello tollerato, cioè, per mettersi alla guida. Quanto basta non solo per ritirargli la patente, ma anche per subire il licenziamento in tronco: senza preavviso e per giusta causa.
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Cosa è successo
Tanto più che l'uomo, un cinquantenne residente in Alto Sangro, l'incidente lo aveva fatto a bordo dell'auto di servizio, quella della Saca, società partecipata per la quale lavorava.
La ricostruzione
Secondo la ricostruzione fatta dallo stesso uomo, l'operaio aveva ricevuto l'ordine di servizio di ripulire una vasca insieme ad un collega. Svolta l'operazione, quindi, si era messo in auto per riportare l'auto nel garage di Castel di Sangro, ma durante il tragitto si era fermato a pranzare e, evidentemente, a bere. Più del dovuto, viste le analisi successive. Rimessosi in auto, quindi, aveva avvertito un malore ed era finito contro il guardrail, nei pressi di un'area di sosta. I rilievi dei carabinieri, che avevano notato subito il suo stato di alterazione, erano finiti, tra gli altri, negli uffici della Saca che, contratto alla mano, ha disposto il licenziamento immediato e senza preavviso del suo operaio.
Il contratto
«Il contratto parla chiaro spiegano dalla società c'è una clausola che riguarda proprio l'essere in servizio in condizioni di alterazione psicofisica e per la quale è automatico il licenziamento senza preavviso e per giusta causa. Al di là dell'entità del danno fatto all'auto di servizio». Tanto più che l'uomo all'inizio aveva evitato di raccontare i particolari dell'incidente in azienda e nei giorni immediatamente successivi si era fatto andare a prendere, dicendo di non poter guidare. Quando l'azienda ha scoperto il motivo per il quale non poteva mettersi alla guida, gli ha tolto "autista" e stipendio.