Terremoto Turchia, rientrati gli abruzzesi scampati al cataclisma: «La nostra odissea nella devastazione»

Un viaggio di 30 ore e 1.500 chilometri nel Paese distrutto

Terremoto Turchia, rientrati gli abruzzesi scampati al cataclisma: «La nostra odissea nella devastazione»
di Tito Di Persio
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 10:24

SILVI - «Solo in questo momento mi sento davvero al sicuro» ha detto Luigi Di Giovanni, 50 anni, di Pescara, marito e padre di due figli, appena ha messo i piedi all'aeroporto di Fiumicino ieri sera verso le 21,15. Lui insieme ai colleghi Davide Tini, 24 anni, di Silvi Marina e Antonio Torelli, 44 anni di Miglianico, è salvo per miracolo dalla forte scossa di magnitudo 7.8 a Gaziantep in Turchia (zona vicina all'epicentro), che ha già fatto oltre 11.700 morti e oltre 40 mila feriti. «Ho avuto tanta paura. Le scosse erano continue, mancava l'energia elettrica e le linee telefoniche per gran parte della giornata erano interrotte. A questo va aggiunto che ci trovavamo in un paese straniero e non sai mai bene come ti devi muovere. Sono abruzzese e il terremoto l'ho vissuto, ma credetemi, non è proprio paragonabile a quello che ho visto e sentito in questi giorni», ha aggiunto.

«Oltre alla forte scossa che ci ha colti nel sonno alle 4:17 (le 2:17 ora italiana) - ha raccontato ancora Di Giovanni - alle altre centinaia di assestamento, quella che ci ha più destabilizzato è stata la botta di magnitudo 7.5. Forse perché eravamo svegli e nella hall dell'hotel. E a quel punto io e gli altri e due ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: da qui dobbiamo fuggire il più presto possibile». Non è stato facile, comunque, una vera Odissea per riabbracciare i familiari: 30 ore di viaggio e quasi 1500 chilometri nella devastata Turchia.

L'APOCALISSE


«Per percorrere poco più di 200 chilometri di solito si impiegano 3 ore, per via delle strade spaccate, detriti, soccorsi e cadaveri, con un taxi ce ne abbiamo messe nove». «Abbiamo seguito, noi come azienda, tutte le operazioni di salvataggio ed evacuazione dei tecnici», tiene a sottolineare Ettore Paolini, il direttore generale dell'azienda abruzzese Diatec Andritz, di Collecorvino. A coordinare il tutto è stato Raffaele Del Grosso che dice: «Riportarli in Italia non è stata un'impresa facile». I tre hanno lasciato il Park hotel Dedeman di Gaziantep per raggiungere l'aeroporto di Adana martedì subito dopo pranzo. Giunti ad Adana dopo 9 ore, l'aereo che li stava aspettando è rimasto bloccato per una bufera di neve e gli italiani sono rimasti nella sala d'attesa dell'aeroporto fino alle 5 di ieri mattina. «Finalmente sembrava tutto fatto, da Adana sarebbe dovuto atterrare ad Istanbul e dopo un'oretta, alle 8, imbarcarsi per Fiumicino Roma», aggiunge Del Grosso. Ma ecco un altro imprevisto. Il volo commerciale è stato posticipato alle 18.05 ora locale (16.05 Italia). Ed ecco l'ennesimo intoppo: "Causa maltempo l'aereo partirà con due ore di ritardo". E quindi sono sbarcati alle 21.15. «Questa attesa mi sta logorando. Non vedo l'ora di riabbracciare mio figlio», aveva detto Carmine Tini, il padre del 24enne di Silvi ieri sera verso l'ora di cena.

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