C’è una svolta nella vicenda dell’aggressione avvenuta la mattina del 13 luglio del 2019 al distributore di benzina Ip di Cologna Spiaggia, a Roseto, in provincia di Teramo, quando per futili motivi il 44enne Giuliano De Silvio ha sferrato un pugno in testa al benzinaio Gianfranco Pigliacampo, provocandogli lesioni gravissime per cui è in corso un processo. De Silvio adesso è anche indagato per omicidio preterintenzionale. Il nuovo fascicolo, le cui indagini sono in corso, è stato aperto in seguito all’invio degli atti alla procura da parte del tribunale al termine dell’ultima udienza del processo per lesioni gravissime, durante la quale è emerso che lo scorso aprile Pigliacampo, che era parte civile, è deceduto a 53 anni al policlinico Gemelli di Roma. Secondo il suo legale, l’avvocato Vittorio Sabatini, il benzinaio sarebbe morto «in seguito a quell’evento». Ma per poterlo confermare, la procura dovrà eseguire ulteriori accertamenti.
LA CONSULENZA
Ieri, intanto, davanti alla giudice monocratica Claudia Di Valerio è stata depositata la consulenza dell’accusa, svolta dal medico legale Giuseppe Sciarra sulle lesioni riportate da Pigliacampo in seguito al pugno che lo ha costretto a rimanere 38 giorni in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione del Mazzini. L’inizio di un lungo calvario per il benzinaio che da quel momento in poi «è cambiato, fino a morire», come hanno raccontato pure la moglie Helga Terlizzi e la figlia Lorenza. Mentre va avanti il processo per lesioni gravissime in cui è imputato De Silvio (difeso dall’avvocato Gianfranco Di Marcello), i familiari di Pigliacampo oggi sono convinti che quello stesso uomo, che lo ha colpito al volto con un pugno, sia responsabile anche della sua morte.
Ha dovuto subire anche altri delicati interventi chirurgici, «fino a quando non gli hanno diagnosticato l’inizio di una cirrosi non alcolica e la necessità di un trapianto del fegato che solo al Gemelli avrebbero fatto, anche perché era giovane». I medicinali che assumeva da dopo l’aggressione erano molti. De Silvio sarebbe arrivato a Cologna Spiaggia, lì al distributore dov’è successo tutto, dopo una telefonata di suo figlio che aveva già discusso col benzinaio. All’epoca si parlò anche di uno scontrino, mai rinvenuto però, da 20 euro, emesso dalla colonnina della benzina che doveva essere cambiato. Ma di questo non si fa alcun riferimento nel capo d’imputazione. C’è anche da ricordare che in quello stesso pomeriggio De Silvio si è poi presentato spontaneamente dai carabinieri insieme al legale, facendo cadere l’unico presupposto per cui la procura era già pronta a chiederne il fermo: il pericolo di fuga.