​Viaggio nel mercato del sesso
così i clan dettano legge a Pescara

​Viaggio nel mercato del sesso così i clan dettano legge a Pescara
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 08:47
PESCARA La prima mutazione è stata nel ’97 con l’arrivo delle albanesi, la seconda nel 2007 quando le romene hanno fatto piazza pulita relegando le nigeriane, uniche antagoniste, a Montesilvano. Riviera nord, stazione centrale, pineta, nevralgiche e redditizie, sono da allora stabilmente in mano a tre gruppi criminali di Bucarest. Esistono anche due sottozone, forse segno di un’ulteriore colonizzazione, per esempio le rom che stazionano davanti al museo Cascella o le colleghe del distributore di viale Pindaro. Rimane una piccola nicchia di mercato, quella dei trans, presenza non continuativa gravitante nell’area di risulta, ai clan comunque estranea. «L’idea di fondo dei romeni è tenere la situazione calma - dice Muriana, dirigente della Squadra Mobile, autore di incisive inchieste sulla prostituzione - più violenza si palesa, più cresce la pressione delle forze dell’ordine». Ai gruppi criminali questo non conviene, la massima è monetizzare i profitti, paradossalmente poi sono i profitti a creare essi stessi il conflitto, alla fine però la pace conviene a tutti. Come si è visto quando, decapitata l’organizzazione da una precedente inchiesta della polizia, le subentranti nuove leve hanno dovuto fronteggiare la competizione di altri gruppi, lo scontro è stato duro ma si è chiuso con una transazione».
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