Perse la figlia dopo 4 anni di coma, ora Anna Verna è il motore del Centro Risvegli di Popoli: «Ritardi nelle assunzioni, chiederò aiuto al ministro»

Anna Verna, una signora pescarese gracile con la grinta di una leonessa che ha trasformato il dolore della morte di una figlia in energia positiva, un tornado che muove istituzioni, burocrazia, volontari.

Perse la figlia dopo 4 anni di coma, ora Anna Verna è il motore del Centro Risvegli di Popoli: «Ritardi nelle assunzioni, chiederò aiuto al ministro»
di Mila Cantagallo
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Martedì 3 Ottobre 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 11:54

Sabato 7 ottobre sarà celebrata in tutta Europa la Giornata dei Risvegli per la ricerca sul coma. L’associazione Onlus “Il risveglio di Manuela”, come da sette anni a questa parte, non mancherà all’appuntamento. Un doppio evento è stato organizzato a Popoli, in provincia di Pescara. Dopodomani un aggiornamento su “Nuove tecnologie e percorsi terapeutico-assistenziali” riservato a medici e operatori del settore, il giorno successivo un convegno presso la chiesa di San Francesco alla presenza del prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, l’assessore regionale alla Salutre Nicoletta Verì i sindaci di Popoli e Spoltore Santoro Moriondo e Chiara Trulli, il responsabile del Centro Risvegli dell’ospedale di Popoli Carlo D’Aurizio ed altre autorità. Alunni della locale scuola elementare faranno volare palloncini in cielo. Il motore di questa giornata è Anna Verna, una signora pescarese gracile con la grinta di una leonessa che ha trasformato il dolore della morte di una figlia in energia positiva, un tornado che muove istituzioni, burocrazia, volontari. Dalla sua tenacia e dalla stretta collaborazione con il dottor D’Aurizio, è nato il primo Centro Regionale del Risveglio e Riabilitazione dal Coma per pazienti che hanno subito incidenti, traumi cranici, emorragie e aneurismi cerebrali.

La struttura, inaugurata lo scorso dicembre presso l’ospedale di Popoli dal ministro della salute Schillaci, conta 12 posti letto ma è già pronta una nuova ala da attivare dopo l’assunzione di nuovo personale. «La forza richiede coraggio - afferma Anna - ho la casa tappezzata di gigantografie di mia figlia e guardandole, avverto la spinta che lei mi dà. Quando, nel reparto di Popoli, leggo la targa di intitolazione a Manuela avverto la sua approvazione, vedo lei in divisa che si muove tra i letti, come quando era una brava infermiera nella Stroke Unit dell’ospedale di Pescara. E’ una sensazione bella e struggente, che trasmette vitalità per la sopravvivenza. In prossimità di questo nuovo evento mi sento affaticata, ho quasi 84 anni, ma anche stavolta ce l’ho fatta». Manuela Verna è morta nell’aprile 2016 all’età di 47 anni per una malattia. Anche lei è stata una degente dei reparti Risvegli, un calvario durato quattro anni, seguito dai genitori Ezio e Anna tra ospedali italiani ed austriaci: «Un lungo periodo di dure prove psicologiche e anche economiche - continua la presidente dell’associazione “Il risveglio di Emanuela”- oltre all’angoscia della malattia e la paura del futuro, abbiamo vissuto le difficoltà nel trovare alloggi vicini ai nosocomi affrontando spese ingenti. Quando Manuela ci ha lasciati, mi sono chiesta se valesse la pena abbandonarsi alla sofferenza, distruggendo un’intera famiglia, mio marito e gli altri nostri due figli, o attivarsi per aiutare genitori che vivono il nostro stesso dramma». Anna ha teso la mano anche ai familiari di Steven Polidoro, il 23enne di Camarda che nel centro “Manuela Verna” ha riaperto gli occhi a sei mesi da un incidente stradale. «Ho offerto in tutti i modi il mio supporto in questo lungo periodo - continua la donna - in segno di gratitudine, le associazioni del posto hanno raccolto 8 mila euro attraverso una lotteria, affidandomi la somma che, insieme ad altri fondi messi da parte dalla nostra onlus, utilizzeremo per l’acquisto di un elettrostimolatore robotico per gli arti superiori ed inferiori per i pazienti del centro».

Altro obiettivo raggiunto ma Anna Verna continua a guardare oltre: «Penso alle famiglie che seguono figli e parenti in coma, vorrei realizzare degli alloggi per loro. Il sindaco di Popoli mi ha promesso tre stanze in un palazzo antico al centro della città, provvederemo noi ad allestirvi spazi accoglienti per il ristoro e il pernottamento degli ospiti».

Infine c’è un sassolino da eliminare dalla scarpa: «Le assunzioni del personale che consentirà l’apertura della nuova ala del reparto si fanno attendere e noi abbiamo bisogno di attivare altri posti letto, penso che a breve chiederò di nuovo aiuto al ministro». Lo scorso autunno il professor Orazio Schillaci, alla guida del dicastero della Salute, è stato conquistato da una lettera scritta con semplicità dalla presidente del “Risveglio di Emanuela” e, dopo un paio di settimane era a Popoli per partecipare alla cerimonia inaugurale dell’unità dei degenti in coma. Un colpo di fulmine pronto a riaccendersi se, dall’altra parte, c’è una mamma coraggio diventata madre adottiva di tanti corpi addormentati in attesa di un risveglio possibile. 

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