Cervi sbranati dai lupi nel centro di Pescasseroli: allarme animali selvatici

Diverse carcasse trovate vicino alle case della capitale del Parco nazionale d'Abruzzo e recuperate dai forestali e dai guardiaparco

Cervi sbranati dai lupi nel centro di Pescasseroli: allarme animali selvatici
di Sonia Paglia
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Giovedì 2 Novembre 2023, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 09:35

 Lupi rincorrono e predano cervi in pieno centro abitato. Succede a Pescasseroli, capitale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Sono diverse le carcasse recuperate dai carabinieri forestali e guardiaparco, in particolare lungo la strada che conduce a corso Plistia. Gli ungulati vengono spinti giù a valle, dai ruderi del Castel Mancino, fino a raggiungere le prime abitazioni del paese, che sono adagiate sulla parte rocciosa del colle. Una strategia che questi animali, molto intelligenti, utilizzano spesso, facendo precipitare le prede, da costoni rocciosi, anche lungo la statale che attraversa il Parco. In paese, invece, il fenomeno si sta ripresentando a distanza di diversi mesi.

A gennaio, alcuni animali da affezione vennero aggrediti e uccisi da esemplari di lupo appenninico: morirono circa una ventina i cani patronali, tra Pescasseroli e il vicino Comune di Opi. Tredici le denunce presentate al Parco per risarcimento danni. La maggior parte dei cani predati, tutti di proprietà, si trovavano in recinti delle abitazioni solo era libero di scorrazzare all'aperto. Sette erano animali da compagnia e sei da guardia/lavoro.

Ora, invece, i lupi sembra siano tornati a cacciare le loro prede naturali, gli animali selvatici. E sono numerosi i fotografi che si posizionano nella Piana di Opi per immortalarli, visto che non è così difficile incontrarli. L’Alto Sangro è un territorio che da sempre convive con i lupi. Storicamente, un luogo strategico proprio per la conservazione e la salvezza della specie. Negli anni '70, infatti, grazie all’operazione San Francesco, il Pnalm, con la collaborazione del Wwf, iniziò un grande lavoro di ricerca scientifica, conservazione e comunicazione, per aumentare le conoscenze sulla specie, per evitarne l’estinzione e per riabilitare la figura di questo animale da sempre considerato cattivo e aggressivo, vittima di pregiudizi originati da favole e da credenze popolari, nonché dalle aggressioni al bestiame domestico. 

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