Perizia psichiatrica per Lady Coumadin dopo il tentativo di suicidio in carcere

Perizia psichiatrica per Lady Coumadin dopo il tentativo di suicidio in carcere
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 10:10

Una settimana fa ha tentato il suicidio nel carcere di Teramo e proprio ieri mattina, per certificare se sia in grado di intendere e volere, ovvero se è in grado di stare in giudizio, è stato nominato un consulente ad hoc. La vicenda giudiziaria che sempre più si arricchisce di colpi di scena, riguarda il processo per Lady Coumadin, Daniela Lo Russo e il figlio Michele Gruosso, condannati in primo grado nel novembre dello scorso anno a 13 anni e 8 mesi (lei) e 12 anni e 8 mesi, (lui). Ieri la Corte d’Appello dell’Aquila dopo aver raccolto l’istanza da parte della difesa dell’imputata ha nominato il professore e docente universitario di Roma, Stefano Ferracuti, lo psicologo che dovrà appunto stabilire sulle reali capacità dell’imputata, dato secondo la difesa il comportamento bipolare, ambivalente dell’arrestata, accertato da una relazione della Asl (giudicata dal Pg Paolella «stravagante» che «somiglia più ad una consulenza di parte») che conclude, consigliando appunto una perizia psichiatrica. Sia il sostituto procuratore generale presente ieri in aula che la difesa anche del figlio della donna si sono riservati di decidere sulla nomina di loro consulenti mentre quella del professore Ferracuti è attesa entro fine novembre.

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Madre e figlio sono stati ritenuti colpevoli di aver tentato di uccidere il secondo marito della donna, Antonio Di Tommaso, a cui vennero somministrate dosi massicce appunto di Coumadin, un forte farmaco che impedisce la coagulazione del sangue. Il fatto avvenne nell’estate del 2016. I due avrebbero organizzato anche un’aggressione a colpi di mazza da baseball ai danni della vittima, allo scopo di accelerare le emorragie interne. Il pestaggio venne eseguito dal colombiano Edwin Andrey Mosquera Zabala, condannato a 1 anno e 7 mesi di reclusione, mentre Marco Giorgio Faggion è stato condannato a 8 mesi per avere fatto da mediatore tra Gruosso e Mosquera. Su madre e figlio pende anche un’altra vicenda giudiziaria legata al furto e distruzione del fascicolo del filone principale pendente all’Aquila presso la stessa Corte d’Appello, costato l’arresto della donna, e l’obbligo per i magistrati della Corte d’Appello con una udienza ad hoc durata 4 ore di ricomporre in maniera certosina ciò che i due avevano distrutto, grazie al prezioso aiuto fornito dal tribunale di Pescara, da più consulenti ed operatori di polizia che hanno svolto le indagini sul tentato omicidio.

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