«Paga o tuo fratello finisce sul giornale»:
ecco le telefonate che incastrano il gigolò

Il giovane macedone arrestato
di Gianluca Lettieri
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Mercoledì 31 Gennaio 2018, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 12:25
«Lo sai che tuo fratello è gay e ha avuto una relazione con me? Mi devi dare 1.500 euro, sennò lo faccio mettere su tutti i giornali». Così Dejvid Gasi, macedone di 28 anni che vive a Chieti, minacciava di rendere pubblico un rapporto sessuale con un uomo di 65 anni. In realtà, per chi indaga, quell’incontro di sesso non c’era mai stato. La vittima, stufa delle minacce che avevano raggiunto anche la sorella, ha denunciato tutto ai carabinieri di Bucchianico. Gasi, per sua stessa ammissione gigolò di professione con tanto di sito internet, è rinchiuso in carcere con l’accusa di estorsione dopo aver intascato i soldi del ricatto: i militari guidati dalla tenente Maria Di Lena e dal luogotenente Pietro Mangiapia lo hanno arrestato in piazza San Giustino, nel cuore del centro storico di Chieti. Il macedone è stato incastrato da una serie di telefonate e sms inviati alla vittima: ben 40 messaggi contenenti minacce. «Puoi avvisare chi vuoi, i carabinieri, la finanza: io non ho nulla da perdere, sono uno zingaro», ha ripetuto alla sorella del 65enne. Subito dopo Gasi ha inviato un altro messaggio ad Antonio: «Ho chiamato tua sorella, adesso chiamo i tuoi fratelli, io ti sputt...». Già sotto processo a Foggia per un caso analogo, ieri il macedone è stato interrogato. «Avevamo un rapporto omosessuale e non sono stato pagato nonostante precedenti accordi - ha detto Gasi, difeso dall’avvocato Vincenzo Paglia, davanti al gip Luca De Ninis -. Anzi, io sono stato vittima di un tentativo di estorsione da parte di chi adesso mi accusa: voleva raccontare tutto a mia moglie e io l’ho denunciato alla Procura di Foggia».
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