Ricostruzione: Ance vuole proroga per spendere fondi ricostruzione

Ricostruzione: Ance vuole proroga per spendere fondi ricostruzione
di Daniela Rosone
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 16:29
L’AQUILA - Mettere in salvaguardia i soldi che avanzeranno a dicembre 2020, essere cioè autorizzati a spenderli anche per il 2021 e chiedere ulteriori somme perché, per la ricostruzione dell’Aquila, servono ancora 3 o 4 miliardi di euro si stima. 

La ricostruzione dell’Aquila va di pari passo con l’uso o meglio l’impegno delle risorse assegnate di cui è garantita disponibilità solo fino a dicembre del 2020. Tra lamentele sui ritardi della ricostruzione pubblica, passando per la restituzione delle tasse e attraversando i fastidiosi pagamenti lenti e gli uffici ingolfati, passa in secondo piano questa minaccia che incombe e che invece deve essere un tema centrale.

A rilanciare la questione, dopo che nei giorni scorsi anche il sindaco Pierluigi Biondi aveva parlato della necessità di avere un’interlocuzione importante con il Governo centrale, è il presidente dell’Ance Adolfo Cicchetti che si riferisce alla spesa di quanto assegnato al cratere dalla legge di stabilità del 2015 di cui è stata garantita certezza di disponibilità fino a dicembre 2020, come si diceva.

”Mi riferisco a quei famosi 5,1 miliardi di euro - spiega il presidente dell’Ance - allora reclamati a gran voce dal territorio che aveva urgenza e voglia di alzare cantieri, dopo anni frustranti trascorsi a mettere a punto norme e cavilli in nome di una efficace operatività. L’efficacia operativa oggi è quasi raggiunta, dopo anni di rodaggio, e se non fosse per una macchina indebolita dalla carenza di personale e dall’attesa di un ritocco che fluidifichi i processi burocratici saremmo riusciti ad utilizzarli in toto”.

Il problema è che invece ne resteranno una fetta. Parliamo di 1,1 miliardi o forse qualcosa di più che sono difficilmente spendibili nel periodo a disposizione o meglio, una parte sarà spesa certamente ma ne resterà un’altra. L’utilizzo di questi fondi, fa presente Cicchetti, e la loro rendicontazione è preliminare a qualunque richiesta di nuovi fondi. Cosa fare allora?

Per il presidente dei costruttori, innanzitutto, bisogna rinegoziare con il governo la data di utilizzo dei fondi, avere cioè una proroga che metta la ricostruzione al sicuro. In seconda battuta bisogna iniziare ora a chiedere altre risorse perché il territorio già sa che i tempi per l’ottenimento sono tutt’altro che brevi necessitando di svariati passaggi burocratici. Si stima in 1,7 miliardi l’ulteriore dotazione per l’ultimazione della ricostruzione privata nel Comune dell’Aquila e 2,4 miliardi per il cratere che raccoglie ben 56 Comuni. E ancora 300 milioni per gli edifici fuori dal perimetro ufficiale del cratere ma che comunque sono danneggiati dal terremoto del 2009.

Da Cicchetti emerge pure la necessità di avere un interlocutore diretto che sia interfaccia operativa tra il Governo e le istituzioni locali. Prima, come si sa, c’era un sottosegretario alla ricostruzione, figura che il Governo attuale non ha inteso indicare. “Una figura - dice Cicchetti - che al di là delle denominazioni non può mancare nella governance della ricostruzione e che va individuata al più presto per completare l’ultima fase di questa complessa opera che altrimenti rischia di arenarsi all’ultimo miglio”. L’Ance, a tal proposito, ha interessato anche i suoi livelli nazionali per un pressing sul Governo ancora più efficace in tal senso. “C’è molta apprensione tra le imprese su questi adempimenti - conclude - abbiamo visto in passato affrontare le questioni quando queste avevano già manifestato ampiamentele le loro conseguenze economiche sugli operatori e non vorremmo si verificasse l’ennesimo stop in corsa a tre passi dal traguardo”.
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