Il magistrato inquirente ha ascoltato testimonianze e ricostruito quelle drammatiche ore in cui padre e figlio uscirono di casa per andare a cercare benzina per il generatore. Era infatti il periodo in cui la provincia teramana si trovava praticamente in ginocchio tra intense nevicate e scosse di terremoto. Anche Poggio Umbricchio era rimasta senza elettricità e la famiglia Marinelli si arrangiava come poteva grazie ad un piccolo generatore. Claudio, insieme ad i figli Mattia ed Ivan, lasciò l'abitazione per andare a cercare benzina. Ivan riuscì a tornare a casa, suo fratello e suo padre invece non lo fecero mai. La macchina dei due si fermò lungo la strada di ritorno, padre e figlio abbandonarono il mezzo e provarono a tornare tra le quattro mura a piedi. Ma per colpa del freddo intenso e della nevicata non ci riuscirono.
I corpi senza vita vennero ritrovati dopo un paio di giorni. La macchina dei soccorsi è finita inizialmente sotto accusa: secondo i familiari, infatti, le operazioni per cercare Claudio e Mattia non sarebbero partite nell'immediato. Un ritardo denunciato anche dal figlio Ivan in vari programmi televisivi nazionali. Le indagini della magistratura hanno escluso però responsabilità dei soccorsi: Claudio e Mattia, secondo quanto ricostruito, avrebbero lasciato l'abitazione senza aver addosso un giubbotto, pensando magari di riuscire a tornare nel giro di poco tempo. Responsabilità escluse anche dal gip che ha archiviato nei giorni scorsi l'inchiesta.
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