Jiahd, il pakistano radicalizzato tradito dalle vignette contro l'Occidente

Jiahd, il pakistano radicalizzato tradito dalle vignette contro l'Occidente
di Marcello Ianni
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Agosto 2021, 08:20

Un talebano convinto, inserito in ombra nel tessuto di Francavilla al Mare sul quale si adombrano contatti se non addirittura amicizie dirette con i nuovi rappresentanti talebani del neonato stato islamico in Afghanistan che da giorni stanno gettando nella disperazione un’intera popolazione, soprattutto donne e bambini dopo l’abbandono su questo territorio degli americani e dei loro alleati. È su questo importante aspetto che ora proseguono serrate, le indagini dei carabinieri della Sezione anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (Ros) dell’Aquila, diretti dal maggiore Davide Palmigiani sotto il coordinamento del procuratore capo Antimafia ed Antiterrorismo dell’Aquila, Michele Renzo e del sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, nei riguardi del 31enne pakistano Arslan Faiz, residente appunto a Francavilla al Mare, da circa 3 anni e impiegato in una attività di lavaggio auto, lungo la Strada Statale 16, in località “Michetti”. Lo straniero è stato oggetto di un decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Chieti, in quanto ritenuto socialmente pericoloso ai sensi della normativa di prevenzione.

E proprio dalla consultazione di computer, telefono cellulare e altro materiale sequestrato nel corso della perquisizione domiciliare del giovane (ubicata in via Nazionale Adriatica) gli investigatori sperano di tirare fuori ulteriori elementi a carico del giovane pakistano, come i presunti contatti diretti con appartenenti al mondo talebano e jihaidista, considerando anche i commenti di giubilo, già acquisiti dagli investigatori, lasciati dal ragazzo su alcuni social, riguardo la notizia della rioccupazione talebana soprattutto in quei centri nevralgici dell’Afghanistan.


Tra il materiale acquisito dai militari del Ros anche diverse vignette in cui a prevalere è il sentimento di odio e disprezzo per le istituzioni democratiche, oltre ad un completo disinteresse verso l’integrazione nella comunità italiana.

In una vignetta ad esempio è raffigurato il territorio di Gaza come una piscina piena di sangue in cui è immerso il presidente degli Stati Uniti mentre il leader israeliano è disegnato appena uscito dalla “vasca” con addosso un accappatoio e poi un uomo disteso sul lettino a bordo piscina con il mondo al posto della faccia che legge il giornale. Sempre come appurato dai carabinieri della Sezione Anticrimine dell’Aquila, il giovane Arslan Faiz è riuscito ad aggirare il diniego di restare in Italia come rifugiato politico attraverso la protezione sussidiaria, misura alternativa che consente la stabilizzazione nel territorio che si è conclusa con l’ottenimento del permesso di soggiorno in quanto lavoratore regolarmente assunto.

Secondo le investigazioni l’avvicinamento del ragazzo al radicamento islamico (sia nell’aspetto fisico che in quello psicologico) è avvenuto dopo aver “abbracciato” il Salafismo, l’aspetto più oltranzista della religione islamica. Il lupo solitario, assistito dall’avvocato Danilo Iannarelli del Foro dell’Aquila, si trova ora presso il Centro Rimpatri di Bari dove rimarrà per 75 giorni, durante i quali potrà fare ricorso contro il Decreto di espulsione come prevede la legge.

© RIPRODUZIONE RISERVATA