Un talebano convinto, inserito in ombra nel tessuto di Francavilla al Mare sul quale si adombrano contatti se non addirittura amicizie dirette con i nuovi rappresentanti talebani del neonato stato islamico in Afghanistan che da giorni stanno gettando nella disperazione un’intera popolazione, soprattutto donne e bambini dopo l’abbandono su questo territorio degli americani e dei loro alleati. È su questo importante aspetto che ora proseguono serrate, le indagini dei carabinieri della Sezione anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (Ros) dell’Aquila, diretti dal maggiore Davide Palmigiani sotto il coordinamento del procuratore capo Antimafia ed Antiterrorismo dell’Aquila, Michele Renzo e del sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, nei riguardi del 31enne pakistano Arslan Faiz, residente appunto a Francavilla al Mare, da circa 3 anni e impiegato in una attività di lavaggio auto, lungo la Strada Statale 16, in località “Michetti”. Lo straniero è stato oggetto di un decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Chieti, in quanto ritenuto socialmente pericoloso ai sensi della normativa di prevenzione.
E proprio dalla consultazione di computer, telefono cellulare e altro materiale sequestrato nel corso della perquisizione domiciliare del giovane (ubicata in via Nazionale Adriatica) gli investigatori sperano di tirare fuori ulteriori elementi a carico del giovane pakistano, come i presunti contatti diretti con appartenenti al mondo talebano e jihaidista, considerando anche i commenti di giubilo, già acquisiti dagli investigatori, lasciati dal ragazzo su alcuni social, riguardo la notizia della rioccupazione talebana soprattutto in quei centri nevralgici dell’Afghanistan.
Tra il materiale acquisito dai militari del Ros anche diverse vignette in cui a prevalere è il sentimento di odio e disprezzo per le istituzioni democratiche, oltre ad un completo disinteresse verso l’integrazione nella comunità italiana.
Secondo le investigazioni l’avvicinamento del ragazzo al radicamento islamico (sia nell’aspetto fisico che in quello psicologico) è avvenuto dopo aver “abbracciato” il Salafismo, l’aspetto più oltranzista della religione islamica. Il lupo solitario, assistito dall’avvocato Danilo Iannarelli del Foro dell’Aquila, si trova ora presso il Centro Rimpatri di Bari dove rimarrà per 75 giorni, durante i quali potrà fare ricorso contro il Decreto di espulsione come prevede la legge.