Confinato prima in carcere, poi all'interno di una casa, evade per fumare una sigaretta. Si difende, affermando di aver prestato soccorso a un disabile. Il Giudice del Tribunale di Sulmona fissa l'udienza predibattimentale dove si deciderà, se procedere con il dibattimento o emettere sentenza di non luogo a procedere per il reato di evasione. Una vicenda, che risale al 22 luglio del 2022, quando L. D., 63 anni, residente in un Comune dell'Alto Sangro, era stato fermato dai carabinieri, in strada, all'esterno dell'abitazione dove si trovava ai domiciliari, mentre fumava una sigaretta. Secondo il difensore, Alessandro Margiotta, l'uomo sarebbe uscito di casa non per evadere ma per prestare soccorso a una persona con difficoltà a deambulare. Una tesi, che la difesa sarebbe pronta a dimostrare, nel corso di un eventuale processo.
Al 63enne era stata applicata la misura dei domiciliari, in quanto ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti, avvenuti all'interno delle mura domestiche.