Preso dopo l'evasione dai domiciliari: «Sono uscito per soccorrere una persona in difficoltà»

Preso dopo l'evasione dai domiciliari: «Sono uscito per soccorrere una persona in difficoltà»
di Sonia Paglia
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Venerdì 12 Maggio 2023, 08:25

Confinato prima in carcere, poi all'interno di una casa, evade per fumare una sigaretta. Si difende, affermando di aver prestato soccorso a un disabile. Il Giudice del Tribunale di Sulmona fissa l'udienza predibattimentale dove si deciderà, se procedere con il dibattimento o emettere sentenza di non luogo a procedere per il reato di evasione. Una vicenda, che risale al 22 luglio del 2022, quando L. D., 63 anni, residente in un Comune dell'Alto Sangro, era stato fermato dai carabinieri, in strada, all'esterno dell'abitazione dove si trovava ai domiciliari, mentre fumava una sigaretta. Secondo il difensore, Alessandro Margiotta, l'uomo sarebbe uscito di casa non per evadere ma per prestare soccorso a una persona con difficoltà a deambulare. Una tesi, che la difesa sarebbe pronta a dimostrare, nel corso di un eventuale processo.

Al 63enne era stata applicata la misura dei domiciliari, in quanto ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti, avvenuti all'interno delle mura domestiche.

Ma dopo, aver trascorso un periodo in carcere. L. D. avrebbe avuto comportamenti aggressivi e vessatori in famiglia, con violenza fisica e verbale. Anche avance sessuali e percosse. Violenze, che sarebbero durate oltre venti anni. Avrebbe minacciato, ingiuriato e picchiato in più occasioni, con schiaffi e pugni, la consorte, anche quando voleva interrompere la convivenza. L'ipotesi di reato che ha portato l'uomo in carcere, è aggravata dall'accusa che avrebbe malmenato la coniuge, in presenza delle figlie minori. La donna, dopo i continui soprusi, ha deciso di denunciare l'uomo, che a sua volta, avrebbe posto in essere un ennesimo atto di violenza. La vittima, aveva accettato anche di tornare alla convivenza con il marito, che voleva rivedere le figlie. Presto, però, sono ricominciate le violenze.

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