Detenuto di 20 anni si suicida nel giorno del suo compleanno: tragedia nel carcere di Castrogno

Nella sezione femminile era ristretta la madre di Patrick Guarnieri, colta da malore e portata in ospedale

Detenuto di 20 anni si suicida in carcere nel giorno del suo compleanno: tragedia a Castrogno
di Tito Di Persio
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 21:24

Un detenuto di 20 anni, Patrick Guarnieri, si è tolto la vita nel carcere di Castrogno il giorno del suo compleanno. Il dramma è avvenuto questa mattina verso le 5.45. A lanciare l'allarme è stata la polizia penutenziaria che lo ha trovato impiccato alla finestra del bagno.

Sul posto, oltre al personale di polizia penitenziaria che è intervenuto immediatamente, è giunto in breve tempo anche il personale del 118 di Teramo, che non ha potuto fare altro che constatare il decesso. La salma del ragazzo è stata successivamente trasportata all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo. Il pm di turno deciderà in giornata se procedere con l’autopsia o restituire la salma alla famiglia per la sepoltura. Questa sarà senza dubbio una vicenda che farà discutere, perché è il secondo suicidio avvenuto con la stessa modalità nel giro di poco più di un mese. Il 24 gennaio si è tolto la vita un uomo di 37 anni.

«Un altro detenuto si è tolto la vita, questa volta a Teramo. Si tratta di un ragazzo di 20 anni, di etnia rom, che nella notte si è impiccato nella sua cella della sezione osservazione del carcere di Castrogno dove si trova ristretta anche la mamma che, colta da malore, è ora piantonata in ospedale». Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.  «Dall'inizio dell'anno sono dunque 27, 24 detenuti e 3 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, i suicidi in ambito carcerario - continua il sindacalista - in un bollettino che appare inarrestabile anche per l'inerzia e l'inezia della politica che ha governato almeno nell'ultimo ventennio. E non arrivano, peraltro, segnali confortanti neppure dall'esecutivo in carica. Basti pensare che il presidente del
Consiglio, Giorgia Meloni, mercoledì scorso ha incontrato le rappresentanze e i sindacati delle forze dell'ordine, ma non quelli della polizia penitenziaria, evidentemente considerando la situazione carceraria non degna delle attenzioni da destinare al controllo dell'ordine pubblico e del territorio in senso stretto, come se le prigioni non ne facessero parte». 

«Un altro suicidio in carcere. Un'altra sconfitta dello Stato di diritto. Questa volta a Teramo, dove un detenuto giovanissimo ha deciso di farla finita impiccandosi nella sua cella, nel giorno del suo compleanno. Siamo di fronte ad una strage infinita. Mi chiedo a quante altre tragedie annunciate, perché di questo si tratta, dobbiamo  assistere, prima che si intervenga sulle condizioni disumane  degli istituti di pena. Ad oggi il senso di impotenza, è per me devastante. Recentemente ho visitato la casa circondariale di Castrogno, dove ho potuto constatare di persona una situazione che definire critica è solo un eufemismo: sovraffollamento, eccessivo uso di psicofarmaci, problemi legati alle visite specialistiche dell'Asl e ovviamente agenti in sottorganico». Lo afferma la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. «Un drammatico filo rosso unisce tutte le nostre carceri: le disumane condizioni di vita che riguardano tutti, detenuti e agenti, in perenne sotto organico. Una situazione che non si risolve con nuove fattispecie di reato, come fa questo governo o con continue strette securitarie, ma con un lavoro prima di  tutto culturale.

Bisogna far uscire dal regime di detenzione - spiega - chi è affetto da malattie psichiatriche, i tossicodipendenti, che dovrebbero essere seguiti in altre strutture più idonee e tutti coloro che sono in carcere per scontare i cosiddetti reati minori e che potrebbero usufruire delle misure alternative. Le carceri devono essere svuotate, non riempite», conclude.  

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