Cyber attacco alle aziende aquilane, i soldi nelle banche cinesi

Cyber attacco alle aziende aquilane, i soldi nelle banche cinesi
di Marcello Ianni
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Lunedì 27 Novembre 2017, 09:59
Pedinati, spiati nei loro movimenti, depredati dei dati sensibili, comprese email, e derubati dei decine di migliaia di euro finiti in conti correnti cinesi, attraverso l’utilizzo di un computer che fedelmente è riuscito a riprodurre le voci dei truffati. Il cybercrime è diventato un mestiere ad alta specializzazione, con tecniche e strategie diverse a seconda del tipo di vittima. I bersagli più comuni sono gli smartphone e le informazioni riservate, i brevetti di un'azienda, in ottica di cyber spionaggio, ma anche denaro. Sbarca anche nella Provincia dell’Aquila quello che gli esperti dell’Fbi americana chiamano “Business Email Compromise”, oppure “Back man in the Middle”, ovvero l’uomo di mezzo. Truffe di alto livello, ora al vaglio degli esperti della Polizia postale dell’Aquila che mantengono un comprensibile riserbo.

Almeno sei aziende, tra le quali un’officina meccanica di medie dimensioni dell’Aquila ed un’altra importante società di Avezzano, truffate negli ultimi tempi per quasi un milione di euro da parte di vere e proprie organizzazioni criminali, a quanto pare cinesi, (tra i leader nello cyber spionaggio) che identificati i target da attaccare, operano attraverso operazioni di spionaggio a tutto tondo per carpire dati sensibili: numero di telefono, abitudini dei vertici aziendali, spostamenti, hobby, profili su Facebook oppure su altri social network etc. Il secondo step accertato dalla Polpost dell’Aquila, riguarda l’intercettazione delle mail private di dirigenti e di aziende più in generale, attraverso l’istallazione nei personal computer di virus spyware. Comunicazioni da essere poi manipolate nel momento in cui l’azienda attaccata ha praticamente concluso contratti per l’acquisto di beni e/o servizi per centimaia di mila euro.

A quel punto “l’uomo di mezzo” approfittando di un possibile buco da parte della filiera di comando, (ad esempio assenza momentanea del contabile o dirigente di turno) modifica gli accordi presi poco prima, riesce ad anticipare e a spostare il cospicuo pagamento su altri conti correnti bancari. In più di un caso, ad esempio, il cyberattacco è stato affinato con altra tecnica: la riproduzione fedele della voce del dirigente di turno, o del responsabile acquisti, con il personal computer che è riuscita a tradire l’impiegato di banca più scrupoloso che ha poi avallato l’operazione di pagamento. Secondo quanto già accertato, le cospice somme di denaro illecitamente introitate sono finite in conti correnti di banche cinesi. Lo sforzo degli agenti della Polizia postale dell’Aquila è massima e si avvale anche di particolari database che tra le altre cose riescono a segnalare se altre forze di polizia si stanno occupando del caso specifico.
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