Esche avvelenate, morti tre lupi e quattro grifoni nel Parco

Esche avvelenate, morti tre lupi e quattro grifoni nel Parco
di Sonia Paglia
2 Minuti di Lettura
Domenica 7 Maggio 2023, 09:06

Esche killer disseminate a terra, nella terra frequentata dall'orso bruno marsicano, fanno strage di fauna protetta in Abruzzo. Un episodio, che si ripete a distanza di qualche anno. Sono tre le carcasse di esemplari di lupo appenninico, due femmine e un maschio, adulti, rinvenute nei giorni scorsi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo. Due delle carcasse di lupo, erano in avanzato stato di decomposizione. Una invece, ancora integra. Insieme a loro, morti anche quattro grifoni, muniti di trasmittente della Riserva del Monte Velino. La zona interessata al ritrovamento è frequentata da cacciatori e tartufai. Anche se in questo periodo le due attività sono chiuse0

E' stato attraverso il segnale Gps che i carabinieri del Reparto Parco, comandati da Goffredo Arcieri, sono riusciti a individuare la posizione esatta dei grifoni, monitorati costantemente, nei loro spostamenti. Gli avvoltoi, sarebbero morti alimentandosi delle carcasse dei lupi, deceduti, a loro volta, per aver ingerito esche avvelenate.

Secondo il parere del col. Arceri, si tratta di un'ipotesi concreta. Sono state avviate indagini: l'azione ha creato una catena di morti nel mondo della fauna protetta. In ogni caso, si attende l'esito delle analisi da parte degli esperti dello Zooprofilattico dove a cui la Asl ha affidato le carcasse.

«Episodio gravissimo commenta il direttore del Pnalm, Luciano Sammarone- che sembra legato all'uso di esche e bocconi avvelenati non potendo comunque escludere per ora altri animali morti. Il criminale utilizzo di veleno resta la minaccia più grande per la fauna tra tutte quelle legate alle attività antropiche. Non avendo indicazioni precise è chiaro che non si può puntare il dito contro nessuno, ma essendo chiusa sia la caccia che la raccolta del tartufo restano poche attività cui chiedere conto dell'episodio, peraltro in un'area estremamente delicata anche per la presenza dell'orso e purtroppo non nuova a queste pratiche maledette». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA