Il professore, al termine dell’udienza è stato assolto perché il fatto non sussiste così come aveva chiesto anche il pm Stefano Giovagnoni. A far scattare la denuncia fu la madre del ragazzo, lui all’epoca 16enne, quella sera d’estate richiamata dal trambusto che in pochi attimi si era creato davanti alla reception del camping dove sia la famiglia del professore, sia la famiglia del minorenne villeggiavano. La donna, sentita la versione del figlio raccontata al responsabile dell’attività turistica, cominciò a piangere e all’indomani si presentò dai Carabinieri per sporgere una querela. Erano all’incirca le 20.30 del mese di luglio di tre anni fa.
A quell’ora, quindi, non era ancora buio. Il professore ed il ragazzo si erano incontrati per caso proprio vicino alla reception, nell’area Wifi. Secondo la versione dell’allora 16enne, il professore gli avrebbe appoggiato una mano sulla gamba, finita poi nei pantaloncini corti fino a toccargli il pene. Ma il docente si è subito difeso anche davanti agli inquirenti, ai quali chiese di essere ascoltato, dando una versione diversa. Il 51enne, che non parla italiano ma solo francese, ha sempre sostenuto di aver visto il ragazzo poggiare i piedi sopra un tavolino di plastica e poi di averlo visto cominciare ad avere strani atteggiamenti.
A quel punto l’avrebbe richiamato, usando anche la gestualità proprio per problemi di lingua, ma il 16enne gli avrebbe afferrato la mano portandogliela nelle proprie zone intime.
Una versione al contrario insomma, con il ragazzo che afferra la mano dell’uomo. Solo a quel punto il professore, interdetto da quell’improvviso gesto, gli avrebbe indicato di andarsi a fare una doccia per "sbollire le sue intemperanze", così come riferisce il suo difensore. Ma il giovane sarebbe invece scappato verso la reception, raccontando al titolare del camping, sentito anche dal giudice in fase di rito abbreviato, di essere stato toccato.
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