Viterbo, scrittori e autori italiani mobilitati
per salvare il festival culturale “Caffeina"

Anna Marchesini intervistata a "Che tempo che fa"
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Mercoledì 29 Gennaio 2014, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 11:42
VITERBO - Il tam tam si propaga: “Salviamola”. Neanche fosse un panda femmina, l'esortazione a non cancellare il festival letterario Caffeina rimbalza da un angolo all'altro della Penisola. La voce si sparge: a oggi l'edizione 2014 non vedr la luce perch non ci sono fondi a sufficienza e il Comune non d risposte pratiche.



Molti di quanti, nei sette anni precedenti, sono stati a Viterbo reagiscono cos: “Non mollate”.In principio ci sono stati i messaggi di Niccol Fabi (sabato sera in citt), Massimo Gramellini, Gianluca Nicoletti, Ezio Mauro. Tra luned e ieri tanti se ne sono aggiunti, come quello - profetico? - di Marco Travaglio: La Caffeina fa bene alla salute, e soprattutto alla testa e al cuore. Chi la vuole uccidere sappia che avr cent'anni di disgrazie.



Pi soft ma non meno efficiace quest'altro. Caffeina uno dei migliori festival letterari del Paese, un esperimento nato dall'energia creativa dei suoi promotori, che subito diventato un saldo punto di riferimento, esempio di ospitalit, scambio e vigore culturale di una citt e di una comunit: doppia firma di Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto.Chi ha frequentato la citt estiva per il festival ne conserva buoni ricordi: Caffeina, eccitatoio culturale, reminescenze marinettiane, vitalismo nottambulo. Una cosa cos non pu morire: lo dice il giornalista-scrittore Pietrangelo Buttafuoco. E aggiunge Niccol Ammaniti, altro scrittore fedelissimo di Viterbo: Sono stato a tanti festival in vita mia, ma nessuno aveva un pubblico pi divertente e intenso di Caffeina. Viterbo in quelle notti vibrava di partecipazione.



Didascalico e immaginifico un autore mai banale: Caffeina bella, Caffeina buona, Caffeina brava, Caffeina fa, Caffeina muove, Caffeina viva, dice Giordano Bruno Guerri. La riflessione sociologica-filosofica, e non poteva essere altrimenti, arriva da Giulio Giorrello. «Caffeina ha rappresentato per la città di Viterbo, e più in generale per il nostro Paese, una splendida occasione di confronto culturale aperto a tutto l’orizzonte, senza preclusioni ideologiche, veti partitici, prese di posizione preconfezionate, spaziando dall’analisi del costume italiano ai temi e ai problemi dell’impresa tecnico-scientifica».



Per questo Giorrellio aggiunge: «A chi crede che la cultura sia la “merce” più preziosa della nostra esperienza europea – una merce che però non tollera “dazi e gabelle”, come diceva il poeta John Milton – Caffeina ha regalato preziosi strumenti di maturazione intellettuale. Sarebbe come volgere le spalle a un’opportunità felice, se quest’esperienza non potesse venire proseguita e ampliata in futuro».



«Caffeina è uno dei festival più vivi d'Italia, pubblico numerosissimo e magnifico. Cancellarlo significa togliere ossigeno ai cittadini. Perché?», si chiede a sua volta Concita De Gregorio.



Appassionata l'esortazione di Fiorella Mannoia, protagonista di una delle più belle pagine del festival viterbese del 2013 con il suo mini-concerto al carcere di Mammagialla. «È un dolore apprendere che un appuntamento culturale come Caffeina - dice Mannoia - rischi di concludersi. È doloroso constatare che stiamo perdendo un'altra occasione di incontro. Personalmente ringrazio Caffeina per avermi dato la possibilità di aver offerto ai detenuti del carcere di Viterbo un pomeriggio di serenità. È stata un'esperienza e un'emozione tanto grande che porterò sempre nel cuore. Rimango nella speranza di poter tornare ancora, lo spero tanto».



Sensibilità femminile che trova un ulteriore balzo nelle corde di Anna Marchesini, ospite a Viterbo per una presentazione del suo libro alla vigilia di Natale. «Vengo a sapere che le nobilissime iniziative organizzate da "Caffeina" sono a rischio. Io vi ho partecipato due volte e ho apprezzato ogni dettaglio. Penso che privare le province e le comunità più piccole dove le cose spesso funzionano meglio di quelle possibilità che rappresentano le poche voci di musica e cultura che arrivano alla gente affamata di un racconto più colto e delicato della vita sia quantomeno doloroso. Vergogna solo proporre di spegnere queste luci senza le quali sarebbe già buio! Spero invece di rivedere Viterbo e i palcoscenici di Caffeina! Con forza».



Anche la scrittrice Chiara Gamberale è stata protagonista di una serata a Caffeina, la scorsa estate. «Caffeina, ma mica mi fai lo scherzo e sparisci? Sei l'unico festival culturale che prima non c'era e poi finalmente sì, uguale solo a sé, pazzo e pieno di ispirazioni. Io già sono pronta a venire a presentare il mio ultimo libro. Ti avverto: fatti trovare!».



E un premio Strega - del quale Caffeina è partner ufficiale - come Antonio Pennacchi è diretto come sempre: «Se rifate Caffeina, ci rivengo!»
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