NEPI - A consigliare di trascorrere la vecchiaia nella struttura nepesina (a quasi duemila euro al mese) ad anziani e parenti sarebbe stato un medico di famiglia di Roma, su cui anche se formalmente non indagato, si sarebbero concentrate le attenzioni dei carabinieri.
Di ciò che i carabinieri del Nas hanno trovato nella struttura di via Narce, a Nepi, è stata relazionata la Asl. Asl Vt 5 che, intanto, ieri mattina ha provveduto tramite il direttore del dipartimento, Alfredo Canonici, a trasferire i nove anziani (tutti di Roma, pare provenienti dallo stesso quartiere) in un'altra struttura di Faleria; trasferimento avvenuto con tre ambulanze della Croce Rossa (due di Nepi e una di Civita Castellana), un pulmino, tre infermieri e l'ausilio di un assistente sociale.
Tutti i parenti degli ospiti sono stati immediatamente avvisati e sono letteralmente caduti dalle nuvole: «Per tenere i nostri cari in quella casa - hanno raccontato dopo essersi precipitati a Nepi - pagavamo dai 1700 ai 1900 euro.
Spiega il luogotente Fernando Signore, che ha partecipato alle indagini: «Del resto quei vecchietti - dice - avevano difficoltà a comunicare. Alcuni, è vero, potevano muoversi ma non avevano grandi capacità cognitive». La casa di riposo non risulta accreditata al sistema sanitario nazionale, ma risulta come una comunità alloggio. «L'operazione condotta a Viterbo dai carabinieri del Nas conferma la straordinaria importanza della task force che ho istituito per il controllo sul funzionamento delle case di accoglienza per anziani e disabili», ad affermarlo ieri in una nota il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.