In base ai criteri stabiliti a novembre, il pagamento dell'imposta municipale era estesa a tutti i terreni dei comuni con sede municipale tra gli 0 e i 280 metri di altitudine; e anche a tutti quelli tra i 281 e i 600 metri, con l'esclusione dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali. «Far pagare l'Imu sui terreni in base all'altitudine in cui si trova il palazzo comunale, introduce un'inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario», criticava Coldiretti prima del nuovo decreto.
Venerdì il Governo ha fissato nuovi criteri altimetrici, utilizzando quelli Istat. Il decreto estende ora l'esenzione totale a 3.456 comuni (prima 1.498) e quella parziale a 655: non pagheranno i terreni dei comuni classificati dall'Istat come "montani", oltre ai terreni dei coltivatori diretti e da imprenditori agricoli professionali ubicati nei comuni "parzialmente montani".
In pratica, stando così le cose, nella Tuscia l'esenzione totale toccherà a Canepina, Cellere, Farnese, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, Proceno, Tessennano. Non pagherebbero nemmeno i coltivatori e gli imprenditori agricoli di Acquapendente, Caprarola, Ronciglione, Soriano, Valentano, Vetralla, Viterbo, Vitorchiano. Gli altri dovranno invece saldare entro il 10 febbraio (e non il 26 gennaio).
«I Comuni montani vengono totalmente esonerati, in quelli parzialmente montani sono esentati i coltivatori diretti e gli imprenditori a titolo principale. La mobilitazione dei parlamentari del Partito democratico con interrogazioni, risoluzioni e lettere, hanno portato ad un buon risultato», commentano i i deputati locali del Pd Alessandro Mazzoli e Alessandra Terrosi.