Abusò dell'amica del nipote: a romeno 7 anni di carcere

Abusò dell'amica del nipote: a romeno 7 anni di carcere
di Silvana Cortignani
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Mercoledì 11 Febbraio 2015, 05:42 - Ultimo aggiornamento: 12:00
Condannato a 7 anni per violenza sessuale lo zio di uno degli assassini di Ausonio Zappa.



Nel 2010 avrebbe abusato della fidanzata del nipote, il 22enne Cosmin Petrut Oprea, uno dei due autori materiali del delitto, condannato in primo grado all'ergastolo e a 20 anni in appello per aver massacrato di botte il professore 81enne nella sua villa sulla strada Romana nel marzo del 2012, durante un tentativo di rapina messo a segno con altri tre ventenni romeni. Il pm Fabrizio Tucci aveva chiesto 6 anni, poi aumentati a 7 dal collegio, nonostante la presunta vittima non si sia mai presentata in aula per confermare le accuse durante il processo.

Ha invece testimoniato Cosmin, anche se decisiva si è rivelata la deposizione di un altro dei giovani coinvolti nell'omicidio Zappa: Trifan Alexandru Petrica, uno dei due pali e soprattutto il basista della rapina, condannato a 16 anni poi ridotti a 10, figlio di un'ex badante della famiglia. Ai giudici Trifan ha raccontato di aver raccolto lo sfogo della fidanzata di Cosmin, in lacrime subito dopo una delle violenze. Gli abusi sarebbero avvenuti tra giugno e settembre 2010 in un vecchio casale di campagna sulla Tuscanese, dove lo zio, un meccanico romeno, aveva dato ospitalità alla coppia appena giunta dalla Romania. L'imputato avrebbe approfittato della giovane durante l'assenza di Cosmin, nel frattempo già arrestato due volte per furto e detenuto in un centro di prima accoglienza di Roma, non essendo ancora maggiorenne.

«Si sono inventati tutto, perché li avevo cacciati da casa dopo aver scoperto che erano dei ladri, che tenevano la refurtiva sotto il letto», ha detto ieri l'imputato al collegio presieduto da Eugenio Turco. La difesa ha fatto notare come la coppia, non sapendo che fare e dove andare, avesse tutto l'interesse a un alloggio: «Tanto che appena un paio di mesi dopo la denuncia hanno trovato casa tramite i servizi sociali».