Spazio, l'Europa promuove l'Italia e punta sul razzo Vega costruito a Colleferro: 8 miliardi di investimenti, ok anche ai progetti per Luna e Marte

Spazio, l'Europa promuove l'Italia e punta sul razzo Vega costruito a Colleferro: 8 miliardi di investimenti, ok anche ai progetti per Luna e Marte
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 2 Dicembre 2014, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 00:10

​I razzi lanciatori di satelliti di Colleferro e l’Italia continuano a guidare l’Europa nella conquista dello spazio. Nella fabbrica del futuro, quella dell’Avio appunto a Colleferro, gli oltre 700 cervelli che il mondo cerca continuamente di strapparci possono brindare dopo il risultati positivi dell’incontro a Lussemburgo tra i ministri della Ricerca dei 20 paesi che fanno parte dell’Agenzia spaziale europea.

Arrivano finanziamenti importanti e progetti che non guardano solo ai satelliti e alla stazione spaziale internazionale, ma anche alla Luna e a Marte. E sempre con un ruolo di protagonista per l’Italia che adesso ha maggiori possibilità di difendere il settore aerospaziale, a cominciare proprio dall’eccellenza di Avio a Colleferro, e non esporlo ai rischi – a questo punto persino ancor più amaramente paradossali - di finire sotto il controllo di altri paesi. A imporsi la visionaria strategia tutta italiana del razzo Vega che a questo punto diventa il taxi fondamentale per portare in orbita i satelliti sfruttando sinergie all’avanguardia: per dirne una, il primo stadio (motore) del “piccolo” Vega (ideato e costruito al 60% a Colleferro dove ci sono già ordini per 10 razzi dopo i primi tre lanci segnati dal successo) sarà anche il secondo stadio dell’Ariane 6. Efficienza e risparmi su grande scala, in altre parole.

È stata «la ministeriale di Vega»: il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), RobertoBattiston, è soddisfatto dell'esito della conferenza. «Complessivamente per i nuovi lanciatori Ariane 6 eVega-C si prevede un investimento di 8 miliardi in dieci anni.

Il piccolo lanciatore costruito in Italia, negli stabilimenti della Avio a Colleferro, diventa ilpunto di riferimento nella famiglia dei lanciatori europei».Per l'Italia il risultato di questa ministeriale «è di grande soddisfazione, per l'importante ritorno industriale pluriennale». Segna inoltre, ha aggiunto, «un ulteriore progresso nel rendere l'industria nazionale più competitiva nel settore delle tecnologie per l'accesso allo spazio». Un altro risultato importante che l'Italia porta a casa dalla ministeriale è il fatto che, dopo il temuto sorpasso da parte della Gran Bretagna, «riesce a mantenere la sua posizione, confermando il ruolo di terzo Paese finanziatore dell'Esa». Il nostro Paese, ha osservato ancora Battiston, ha giocato inoltre «un ruolo decisivo» nella preparazione della conferenza di Lussemburgo, facendo convergere la discussione attorno al progetto dell'Ariane 6 approvato oggi.

«Soltanto in luglio - ha rilevato il presidente dell'Asi - l'Ariane 6 era completamente diverso, con un progetto nato in ambito Esa e unoproposta dall'industria. In estate c'è stato un grande sforzo daparte dell'Italia con la Francia, con la Germania e con l'Esa». Oltre ai programmi approvati oggi, ha concluso Battiston, sidelinea «una nuova configurazione interessante nella quale lo spazio europeo si trova a muoversi».

L'Europa dello spazio ha scelto i suoi futuri lanciatori e guarda a Marte con l'ok alle due missioni ExoMars in programma nel 2016 e nel 2018. Sono le decisioni, importantissime per l'Italia, della conferenza ministeriale dell'Agenzia Spaziale Europea. Un grande gioco di squadra è stata una delle caratteristiche della ministeriale 2014, che al termine dei lavori ha salutato con un lungo applauso il direttore generale uscente dell'Esa, Jean-Jacques Dordain. «È un bilancio molto positivo, molto di più rispetto alle aspettative», ha detto il ministro per l'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, che ha rappresentato l'Italia insieme al presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi),Roberto Battiston. Il via libera alla costruzione del lanciatore Ariane 6 e alla nuova versione di Vega, il Vega-C, segnano perl'Europa un passo in avanti nella capacità di accesso allo spazio e per l'Italia ha confermato il suo ruolo come terzo contributore dell'Esa: «Un risultato straordinario», ha rilevato Giannini. I risultati della ministeriale segnano, per il ministro «una grande affermazione per l'Italia perché con i lanciatori Ariane6 e il Vega-C si prevede un grande sviluppo che vede molto favorita l'industria italiana. Assicura infatti, grazie a 8 miliardi di investimenti, per 10 anni la produttività industriale del settore». Diventa «una strada certa», ha detto il ministro, anche quella che nel 2016 e nel 2018 porterà l'Europa su Marte con lemissioni ExoMars, nelle quali l'Italia è coinvolta con glistabilimenti di Torino della Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica).

L'investimento complessivo previsto è di 1,2 miliardi, con un contributo italiano compreso fra il 35% e il 37%. Dopo l'Italia, la Gran Bretagna diventa il secondo contributore, seguito da Francia e Germania. Entrambe hanno infatti deciso di aumentare lo stanziamento di 50 milioni ciascuna, facendo salire a 160 milioni il contributo addizionale necessario per la missione ExoMars del 2018 e avvicinandolo ai 200 milioni previsti.

Dall'Italia, come da Gran Bretagna, Francia e Germania, è arrivato anche un aumento del contributo alla Stazione Spaziale Internazionale. Infine Francia, Gran Bretagna, Svezia e Spagna hanno formato il programma Pride (Program for Reusable In-orbitDemonstrator in Europe) per lo sviluppo per un veicolo in gradodi rientrare nell'atmosfera destinato a diventare il successore della capsula Ixv, progettata e costruita in Italia per l'Esa.

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