Roma, apre il Museo che svela i tesori della periferia, tra statue, affreschi e monete

Roma, apre il Museo che svela i tesori della periferia, tra statue, affreschi e monete
di Laura Larcan
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Sabato 28 Marzo 2015, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 14:07

Un viaggio nel tempo, nella grande storia della Roma antica. Per compierlo, non serve per forza arrivare al centro storico della Capitale. Basta raggiungere via Lucrezia Romana (al numero civico 62) in zona Capannelle, dove nasce un Museo archeologico nuovo di zecca, dedicato all’archeologo Giuseppe Vitale, fortemente voluto dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo, Museo nazionale Romano e Area archeologica. Tutto nel cuore della periferia capitolina, scenario inaspettato, ma davvero da scoprire. L’Antiquarium di Lucrezia Romana è un gioiello che raccoglie e presenta per la prima volta al pubblico le scoperte frutto degli ultimi venticinque anni di scavi archeologici condotti a più riprese dal Ministero per i beni culturali. Statue classiche, affreschi, mosaici, corredi preziosi provenienti dalle necropoli, non altro che un libro di storia figurato che racconta una società dalla fase protostorica all’età repubblica, all’impero fino al tardo impero.

Un patrimonio che ricostruisce oggi lo scenario di un territorio suburbano a sud di Roma che nei secoli si è caratterizzato per la presenza di ricche ville principesche, mausolei celebrativi e necropoli diffuse.

Ci son voluti diversi anni per arrivare a questo traguardo (il suo ideatore e coordinatore scientifico, l’archeologo Roberto Egidi, ha avuto giusto il tempo di andare in pensione, affiancato nel cambio della staffetta da Roberto Cereghino).

Il progetto, tenuto a battesimo dal nuovo Soprintendente Francesco Prosperetti, viene da lontano, alla fine degli anni ’90 quando, in seguito all’intensificarsi dell’attività edilizia e quindi delle indagini archeologiche preventive, il sottosuolo prese a restituire un eccezionale numero di ambienti e di reperti antichi. Come nel caso della principesca villa suburbana della via Anagnina (a sud dei magazzini Ikea) ove gli archeologi, guidati da Daniela Spadoni, a partire dal febbraio 2010, ritrovarono le strutture di una villa frequentata dall’età repubblicana al V secolo d. C. e più di una dozzina di sculture di pregio.

E da qui proviene lo straordinario “Ermafrodito” in marmo bianco, personaggio mitologico ibrido, metà uomo e metà donna, che sfoggia nella sua nudità tutta l’ambiguità sessuale. Da Vermicino, invece, viene l’erma maschile in marmo rosso, scavata nel 2006, mentre al Quadraro, in prossimità del IV miglio della via Latina, appartiene un ritrovamento del 1992, quello del non comune gruppo statuario della Nereide su mostro marino.

Dalle necropoli arrivano la maggior parte degli oggetti di uso quotidiano. Gli antropologi, coordinati da Paola Catalano, hanno esaminato più di 600 individui, vissuti in età imperiale, nelle necropoli di Osteria del Curato e Lucrezia Romana. Sepolcreti che hanno rivelato un’alta percentuale di corredi, presenti nel 50% delle sepolture. Le più commoventi sono quelle infantili: vi si trovano monili d’oro, orecchini minuscoli, piccoli gioielli e persino biberon e bollitori per il latte. Nella necropoli di via Aldini (Gregna di Sant'Andrea) sono state recuperate bottiglie, unguentari, balsamari, lucerne, olle e oggetti personali legati alla sfera personale femminile, come contenitori per il trucco, pinzette, spatoline.

Non poteva certo mancare all’inaugurazione Mariarosaria Barbera, Soprintendente uscente che questo progetto lo ha seguito da vicino, che si concretizza ora in 500 metri quadrati di esposizione accessibili a titolo gratuito, articolata in due edifici storici ristrutturati, circondati da un giardino archeologico (apertura: dalle 9 alle 15, il martedì, il giovedì, la seconda e la quarta domenica del mese Per i gruppi è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo ssba-rm.antiquariumlucreziaromana@beniculturali.it)

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