Pagare il pizzo per prendere la metro, uno scandalo

di Paolo Graldi
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Martedì 22 Luglio 2014, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 09:13
Un milione e mezzo di “visitatori”, un record raggiunto in poche ore, per una foto da smartphone di un lettore che esplode sul web, nel nostro sito, come un virus; trecentomila che la rilanciano per amplificarne la condivisione, una sventagliata di 3700 commenti a caldo, puntuali e penetranti, oppure impubblicabili, che inneggiano all’Olocausto, a Hitler, al napalm.





La foto in questione mostra alcune giovani donne, riconoscibili come rom, che presidiano le macchinette che emettono biglietti per i bus e la Metro alla stazione Termini (ma anche a Trastevere e alla Garbatella) e avvicinano i passeggeri per offrire il loro ben strano servizio: «Dammi le monete, ti faccio il ticket».



Un trucchetto per impossessarsi degli spiccioli: le donne si frappongono con tracotanza, minacciose, tra gli utenti (romani, preferibilmente anziani, donne, ragazzi: e turisti, tanto meglio se stranieri, impacciati e stupefatti) e le macchinette.



Non siamo solo di fronte a un fatto reato dilagante, che il Messaggero non si stanca di segnalare, ma ad un autentico fenomeno di accattonaggio organizzato. L’impotenza di polizia e carabinieri viene ammessa con frustrazione: siamo impotenti, la legge ci impone un passaggio al commissariato e un riaccompagno al campo.



E lo stesso accade a Firenze, Bologna, Venezia, Milano, da dove questa poco edificante immagine dell’Italia accattona si irradia nel mondo. Ma davvero manca la legge o manca chi preferisce ignorarla?



paolo@graldi.it