Caritas: tre borse di studio per i rifugiati per ricordare Lệ Quyên Ngô Ðình

Lệ Quyên Ngô Ðình
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Mercoledì 9 Ottobre 2013, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 19:09
Tre borse di studio dedicate a rifugiati e titolari di protezione internazionale. cos che la Caritas di Roma vuole ricordare Lệ Quyn Ng nh, operatrice responsabile dell'Area Immigrati prematuramente scomparsa nel 2012.



Lệ Quyên Ngô Ðình arrivò nel 1963 in giovanissima età dal Vietnam all'Italia dove completò il suo percorso di studi. Nel 1969 fu tra i primi stranieri a ricevere lo status di rifugiato politico. Parallelamente all'attività di studi e ricerche sui diritti umani nelle Università di Napoli e Roma, dal dicembre 1992 al novembre 1996 Ngò Ðình è stata responsabile del Centro ascolto stranieri della Caritas romana, l'osservatorio più ampio e strutturato sull'immigrazione nell'ambito del volontariato in Italia.



Dal 1997 è stata nominata responsabile dell'Area immigrati della Caritas. Dal luglio del 2000 al dicembre del 2007 è stata anche responsabile del Coordinamento nazionale Asilo della Caritas italiana e del Progetto rifugiati. Membro della Commissione migrazioni di Caritas Europa, di cui è stata anche presidente, dal giugno 2009 ha assunto la presidenza della sezione italiana dell'Awr (Associazione per lo studio del problema mondiale dei rifugiati), organizzazione non governativa a carattere internazionale, con status consultivo presso le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa. Nel 2010 venne eletta vicepresidente della AWR Internazionale. Nell'aprile 2008 ha ricevuto la cittadinanza italiana con decreto del Presidente della Repubblica.



Lệ Quyên Ngô Ðình scomparve tragicamente il 16 aprile 2012 a causa di un incidente stradale.



«Lệ Quyên, che per oltre vent'anni si è spesa per la tutela e la promozione dei diritti dei migranti e dei titolari di protezione internazionale - spiega monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma - ha sempre tenuto in altissima considerazione il valore dell'educazione accademica sostenendo l'idea che i migranti e i protetti internazionali non dovessero essere esclusi dalla possibilità di avere accesso agli studi universitari e impegnandosi per rimuovere gli ostacoli di ordine giuridico ed economico che impediscono tale accesso. Per questo vogliamo ricordarla promuovendo iniziative che favoriscano l'accesso agli studi di rifugiati e titolari di protezione».
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