@paola_saluzzi ci
ricordano che quando si è visibili
si è anche molto meno liberi
@GabCarrieri
Nuova puntata della serie «mi è partito un colpo su Twitter e/o Facebook». Qualche settimana fa avevamo compilato una lista di chi ha passato qualche guaio a causa di frasi sfortunate sfornate d’impeto sui social network. Questa settimana l’elenco di coloro a cui è partito un colpo si è allungato con due casi che hanno fatto molto discutere, sia pure per ragioni assai differenti. Un poliziotto è stato sospeso dal servizio per avere rivendicato, con uno status su Facebook, la partecipazione all’azione di repressione nella caserma Diaz, nei giorni di follia del G8 (addirittura è stato punito anche chi ha commentato con un ”like”).
Una conduttrice solitamente rigorosa come Paola Saluzzi è stata fermata ai box per un tweet inopportuno (lei stessa l’ha ammesso) contro l’ex pilota della Ferrari, Fernando Alonso. Domanda: come mai, malgrado gli innumerevoli precedenti, i colpi su Twitter e Facebook continuano a partire per sbaglio, anche a chi - come Paola Saluzzi - è esperta di comunicazione e meccanismi dell’informazione? Quanto meno: come mai non si correggono in tempo? La causa spesso ha un nome: screenshot. I social si giocano sull’immediatezza e sull’ego, miscela pericolosa che non va d’accordo con la riflessione. Quando con più calma ci accorgiamo di avere esagerato e rimuoviamo ciò che abbiamo scritto, c’è sempre qualcuno che pochi attimi prima ha fatto uno screenshot, una foto dello schermo. E così il nostro errore, quel colpo partito per sbaglio, resterà per sempre.
mauro.evangelisti@ilmessaggero.it
twitter: @mauroev
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