Il cassonetto, la bara e il morto che parla

di Mario Ajello
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Domenica 7 Settembre 2014, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 00:08
Che cosa non gli serve pi? E chi resuscitato? Vedi la foto postate su Twitter e capisci. C’ una bara abbandonata davanti a un cassonetto della spazzatura, in una via di Monteverde. Ed giusto chiedersi. Chi l’ha lasciata l?



L’ipotesi che ad averla abbandonata, in attesa che i netturbini la portino via, ammesso che passino, sia stato il defunto di colpo riavutosi dalla morte è in effetti la più curiosa e affascinante. Paradossalmente, la più probabile. Deve essere andata più o meno così la storia. Lui finge un malore. Terribile malore che lo porta nell’aldilà. Ma per finta. Partecipa ai propri funerali, chiuso nella cassa di legno, toccandosi nelle parti basse e dicendo tra sé: «Ma che, questi mi vogliono morto per davvero?».



Subisce, dal di dentro, la predica del prete che non ha mai visto, non avendo messo mai piede in una chiesa, e sussurra: «Pure i funerali in parrocchia me devono fa’, ’sti quattro cornuti». Gode sentendo i parenti che fingono di piangere e in realtà non lo hanno mai sopportato.



È contento al pensiero di far contenta sua moglie che, così, senza di lui, avrà più tempo di stare con l’amante. Gli dà gioia l’idea di non vedere mai più le sue due figliole non proprio avvenenti (lui le chiamava «le mie bertucce»). Finalmente le esequie finiscono.



Sul carro funebre, il finto morto bussa sul legno, e grida al conducente: «Se apri la bara, ti regalo 100 euro». Quello prima si spaventa, e poi ubbidisce. Si vanno a fare un cicchetto. E subito dopo il nostro eroe si mette la bara sotto l’ascella e cerca un cassonetto dove buttarla. Ma ovviamente è già pieno.



mario.ajello@ilmessaggero.it