Roma, tassista salta la fila: è rissa a Termini
botte al collega sotto gli occhi dei turisti

Roma, tassista salta la fila: è rissa a Termini botte al collega sotto gli occhi dei turisti
di Riccardo Tagliapietra Giuseppe Gioffreda
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Giovedì 7 Novembre 2013, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 17:51
E' intervenuto per richiamare all'ordine il collega che tentava di fare il "furbetto". Per tutta risposta stato aggredito: prima verbalmente, poi anche fisicamente. Rissa tra tassisti ieri pomeriggio a via Marsala, nei pressi della stazione Termini. Tutto sotto lo sguardo attonito di passanti e turisti.



L'aggressione. Come denunciano i sindacati di categoria, l'autista di un'auto bianca si era posizionato sulla strada in doppia fila, affiancato a quella "ufficiale" dello stallo vicino allo scalo ferroviario. Mossa non nuova, a quanto pare, attraverso la quale i tassisti "furbetti" cercano di accaparrarsi i clienti più appetibili: gli stranieri soprattutto, che fanno gola perché magari più facili da spennare. Operazione bandita, visto che nello stallo le auto bianche - secondo il turno di attività - sono tenute a mettersi in coda per attendere i clienti secondo l'ordine di arrivo. Il tentativo abusivo del tassista non è andato giù ad un rappresentante sindacale Fast-Confsal, che si è avvicinato al collega per chiedergli spiegazioni. Prima sono volate le parole, parole grosse. Poi sono arrivate le botte: alcuni colleghi hanno cercato di frapporsi fra i contendenti, ma il tassista pizzicato in fallo si è scagliato con violenza contro il sindacalista. Risultato: l'aggredito ha presentato denuncia.



La denuncia dei sindacati. E intanto i sindacati puntano il dito contro le situazioni di illegalità nel settore.
«Questa volta a farne le spese è stato un nostro delegato - rappresentante - dice Alessandro Atzeni, responsabile regionale del Lazio Fast-Confsal taxi - E' stato vittima di una vile aggressione da parte di un tassista a dir poco disonesto che abitualmente frequenta il posteggio di Via Marsala. Una via ormai diventata terra di nessuno, dove chiunque, e sotto gli occhi di tutti, può fare ciò che vuole rimanendo impunito». Secondo Atzeni «a farne le spese è soprattutto l'intera categoria dei tassisti, esposti costantemente a minacce e soprusi. Per non parlare poi della sicurezza generale di tutti i cittadini, residenti e stranieri, e quindi dell'immagine stessa della Capitale. Nel concreto l'utenza, una volta uscita dallo scalo ferroviario più importante della Capitale, vero snodo dei trasporti romani, per poter prendere un taxi, deve divincolarsi tra i vari abusivi, pronti a qualsiasi cosa pur di accaparrasi un cliente. Ieri il nostro collega ha solo rivendicato i propri diritti e per questo è stato aggredito. In tutto questo ci chiediamo: Dove è finito il sindaco Marino e le sue promesse elettorali di legalità, decoro e sicurezza?».



Al fianco del collega aggredito si schierano anche Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Fit Cisl taxi e Movimento Italiano Tassisti che esprimono
«ferma condanna verso l'episodio di violenza». E incalzano: «Nella sostanziale indifferenza dell'amministrazione comunale e degli organismi preposti al controllo dai principali scali ferroviari ed aeroportuali cittadini, emerge un drammatico quadro di illegalità diffusa che si manifesta a danno prevalentemente di un'utenza stranieria, lasciata in balia di un manipoli di abusivi». «A causa di poche mele marce - concludono i sindacati - una intera categoria perde ogni giorno migliaia di corse ed un pezzo importante del proprio lavoro: crediamo signor Sindaco che sia ora di intervenire».



La replica. Il tassista che nelle immagini video siscaglia contro il collega si difende. E sostiene che il motivo della disputa non aveva nulla a che fare con un problema di lavoro.
«Il vero motivo della discussione - dice - non era inerente ad una corsa o problemi di stallo", ma per quesitoni personali. «Circa due mesi fa ho avuto un diverbio con il padre del collega. Ieri pomeriggio mentre mi trovavo in Via Marsala, il tassista ha cominciato ad insultarmi dicendomi 'te la prendi solo con quelli bassi con i baffi? Quello è mio padre. Io gli ho chiesto spiegazioni. Lui mi è venuto in contro ed io gli ho detto che se aveva qualche problema avrebbe potuto chiamare i carabinieri. Stavo andando via e lui mi ha urlato 'a me non servono i carabinieri' venendo verso di me. Io mi sono soltanto difeso».
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