L’aiuto dei politici per la grande truffa del parco dei rifiuti

L’aiuto dei politici per la grande truffa del parco dei rifiuti
di Massimo Martinelli
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Sabato 18 Gennaio 2014, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:58

Voleva ricoprire la discarica di Malagrotta con altri rifiuti. Immondizia sopra immondizia. Magari piantarci anche gli alberi e confezionare la truffa del secolo: il grande parco alle porte di Roma. Eccolo l’ultimo sberleffo che Manlio Cerroni si preparava a fare alla capitale, grazie alla complicità della Regione che nei mesi scorsi aveva dato il via libera al progetto. Il parco gli avrebbe anche fatto incassare molti soldi, oltre che smaltire quasi 2 milioni di tonnellate di immondizia all’anno.

Coperture Ma non è tutto.

Perché a leggere le carte della procura, grazie alle connivenze in via della Pisana, Cerroni avrebbe ottenuto fino a pochi mesi fa una tariffa per lo smaltimento maggiorata, giustificata dal fatto che «avrebbe» dovuto farsi carico del capping dopo la chiusura di Malagrotta. Cioè avrebbe dovuto trasformare l’immondizia in Fos, cioè in frazione organica stabilizzata, una specie di terriccio dove appunto sarebbe stato possibile far crescere anche l’erba. Ma, annotano i carabinieri nel Noe in un rapporto: «A Malagrotta non si produce Fos, ma Fod, “frazione organica digerita”. Lo dichiara a chiare note il direttore tecnico dell’impianto, ingegner Paolo Stella, nelle sommarie informazioni testimoniali rese il 3 marzo 2010». E ancora: «Appare del tutto evidente quindi il tentativo di continuare ad aumentare le volumetrie della discarica anche dopo la sua chiusura, e del resto sembra paradossale anche solo l’idea che per coprire una discarica, e trasformarla in un parco, si debbano usare dei rifiuti».

Norme compiacenti Cerroni però stava per farcela. Anche grazie ad una norma compiacente inserita da un dirigente regionale aveva già chiesto i soldi in più per il capping e in questo modo avrebbe incassato due volte per lo stesso servizio. Ma non basta ancora. A ottobre 2013, quando è stata chiusa la discarica di Malagrotta, Cerroni ha continuato a fare pressioni per conferire la finta Fos che produceva nei suoi impianti di trattamento. Sintesi degli investigatori: «Emerge l’ultima frontiere cavalcata da Cerroni: addossare alla collettività quei costi di chiusura e post gestione della discarica che la legge addossa al gestore».

Tariffe maggiorate Vale la pena di segnalare anche il capitolo legato alle tariffe maggiorate che Cerroni ha incassato nell’impianto di trattamento di Albano (è pagato per produrre il 29 per cento di combustibile da rifiuti, ma dagli impianti ne esce molto meno). Secondo Fabio Altissimi, un imprenditore contrastato dal sistema Cerroni, «c’è un profitto ingiusto di 3 o 4 milioni di euro. E se i suoi calcoli sono esatti, il danno per l’amministrazione capitolina sarebbe circa di 36 milioni. Ma in fondo ai politici della Regione, questo interessava poco: basta ascoltare l’intercettazione telefonica tra il manager Colari, Landi e il dirigente della Pisana, Spagnoli. I due se la ridono per la frasetta inserita nel decreto da Spagnoli, che salva la Colari. Spagnoli: «Per il privato va tutto bene, il pubblico mi sembra un po’ meno, il privato va bene...». Landi: «E chi se ne fotte..».

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