IL FURTO
I fatti risalgono al 15 febbraio del 2011. Durante l'ultima udienza del processo è stata sentita come testimone un'ex collega dell'imputato, addetta alla reception che, la sera del furto, aveva svolto insieme a Bernardo il turno notturno. La donna ha raccontato di aver prelevato gli incassi provenienti dai conti delle stanze e dal ristorante dove, il giorno di San Valentino, era stata organizzata una cena di gala. I contanti li aveva conservati in una busta sigillata, sistemata all'interno di una cassaforte. Poi, finito il lavoro, si era assentata per una decina di minuti, era andata a bere una bevanda calda. La testimone ha dichiarato di aver lasciato il signor Bernardo accanto al bancone della reception, in sua sostituzione. Secondo l'accusa, il furto si sarebbe consumato proprio in questo lasso di tempo: il facchino avrebbe utilizzato la chiave che aveva in dotazione per aprire la cassetta di sicurezza e appropriarsi del denaro. Il quarantanovenne sapeva con precisione dove cercare i soldi: era a conoscenza delle disposizioni date dal direttore e, nonostante ci fossero più di venti mini caveau differenti, sapeva che l'incasso sarebbe stato sistemato dietro allo sportello numero dieci. Dopo aver rubato la busta, sarebbe tornato al lavoro come se nulla fosse successo, attendendo la fine del turno di facchinaggio prima di fuggire a casa con più di duemila euro nascosti dentro alle tasche. Ad accorgersi del furto era stato il direttore dell'albergo: la mattina del 15 gennaio, aveva aperto la cassaforte per ritirare i contanti: era completamente vuota. Bernardo sembrava al sopra di ogni sospetto, ma dalle indagini sarebbe emersa la sua colpevolezza: a quanto sembra, sarebbe stato incastrato dalle telecamere di sorveglianza. I filmati sono stati acquisiti dagli inquirenti durante il processo e verranno visionati nel corso della prossima udienza.