Roma è sporca, Marino sfiducia l'Ama: «La pulizia del Centro ai privati»

Roma è sporca, Marino sfiducia l'Ama: «La pulizia del Centro ai privati»
di Fabio Rossi
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Mercoledì 9 Settembre 2015, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 09:01

La misura è colma. Ignazio Marino sa di dover dare una svolta, in tempi brevi, al tema dei rifiuti e della pulizia della città. Prima che il Giubileo, fra meno di tre mesi, faccia esplodere il problema con rilevanza planetaria, o quasi. E per curare le debolezze dell'Ama punta su una ricetta innovativa, spiegata ieri nell'audizione alla commissione parlamentare sulle Ecomafie. «Ho insistito molto affinché ci siano almeno due municipi in cui ci sia una gara per affidare lo spazzamento ai privati - spiega il sindaco - Sono giunto a questa conclusione perché ho visto che la competizione ha aiutato molte città europee, ad esempio Parigi e Londra. Credo che l'apertura verso il mercato e la competizione virtuosa sia auspicabile».

IL PIANO

Ancora da scegliere le ex circoscrizioni da affidare ai privati, ma è evidente che, per rendere l'operazione appetibile e gestire dai privati, non ci si debba allontanare troppo dal centro cittadino.

Una condizione, quest'ultima, che farebbe pensare ai municipi I (centro storico-Prati) e II (Parioli-Salario-San Lorenzo). La sfiducia del chirurgo dem nei confronti dell'Ama, su questo fronte, è sempre più evidente. L'azienda, per tentare di dare un segnale positivo, nei giorni scorsi ha assegnato 300 operatori alle aree più frequentate della Capitale, per evitare l'accumulo di spazzatura ai bordi delle strade e vicino ai cassonetti. I quartieri della movida, le fermate della metro, le stazioni ferroviarie e le scuole verranno presidiate 24 ore su 24 dagli uomini dell'Ama.

IL SERVIZIO

Ma se la pulizia delle strade va sensibilmente migliorata, l'allarme più ricorrente nella Capitale arriva dai cassonetti troppo spesso pieni. Il problema, secondo Marino, è strutturale: «Il sistema impiantistico laziale presenta fragilità, rigidità e precarietà che danno luogo a frequenti interruzioni di servizio e lasciano incombenti minacce di crisi nel ciclo di trattamento e smaltimento». Il ciclo dei rifiuti di Roma «si trova a collassare nel caso di momentanea indisponibilità di una sola linea di trattamento meccanico biologico o di termotrattamento», sostiene il primo cittadino. Come dire: la situazione è sempre appesa a un filo, e basta davvero poco per spezzarlo. «I rifiuti in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico o dai tritovagliatori possono unicamente essere destinati a combustione o a discarica - ricorda l'inquilino del Campidoglio - Mancanti o insufficienti gli impianti di termovalorizzazione e totalmente mancanti impianti di discarica, la fase di selezione meccanico-biologica, come quella di tritovagliatura, si risolve in una strozzatura che spesso genera crisi».

LA DIFFERENZIATA

Il Campidoglio, per evitare l'emergenza rifiuti, dal canto suo punta con decisione sull'incremento della raccolta differenziata: «Entro la primavera del 2016 tutta la città sarà servita col modello di raccolta a 5 frazioni, sia con la modalità stradale, sia con quella del porta a porta - sottolinea Marino - La quantità di differenziata si è consolidata, da inizio anno a oggi, al 43 per cento dei rifiuti prodotti, con l'obiettivo di raggiungere il 50 per cento per cento entro fine anno».