Rifiuti, Cerroni e i contatti in Regione
«Lì dentro sono tutti figli miei»

Rifiuti, Cerroni e i contatti in Regione «Lì dentro sono tutti figli miei»
di Cristiana Mangani
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Domenica 26 Gennaio 2014, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 15:32
Il Supremo ha la risposta pronta, scansa le accuse, coinvolge. Ho salvato Roma - dice Manlio Cerroni, ras della monnezza - Ho venduto il mio progetto in tutto il mondo, anche in Giappone.

Tanto che nessun politico passato dalla Regione Lazio poteva permettersi di ignorarlo. Lo conferma lui stesso al giudice per le indagini preliminari che lo interroga dopo l’arresto ai domiciliari. «In quella sede io non posso non conoscerli, no? Infatti sono tutti figli miei questi. Del resto lo dicono tutti, ed è riferito alle...Perché? Perché se volevano sapere qualche cosa di monnezza dovevano venire da me, perché io ero in grado di poterli illuminare».



I magistrati cercano di sapere più particolari possibili, altri riferimenti. E lui cita l’Eneide. «Dovremmo passarci qualche mese per chiarire tutte queste cose - risponde - mi potevate chiamare. Quante volte vi ho scritto se mi volevate sentire, insomma non sentite la fonte. Quando Enea se n’è andato da Troia che devi fa’ passà dall’oracolo, passo da Telefo, così te dice di venire a Roma, e nasce questa Lavinio eccetera».



I POLITICI MI RINGRAZIANO

Ha scelto di parlare il re di Malagrotta, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, anche se le accuse non le accetta proprio. Del resto - aggiunge - «tutti gli ex sindaci dovrebbero ringraziarmi. Io sono un uomo di servizio. Petroselli me lo disse: “Tu salverai Roma”».



Di recente, però, qualcosa era cambiata: le inchieste giudiziarie, i malumori, i franchi tiratori, la sensazione che le protezioni politiche sarebbero servite ancora per poco. Il pm e il gip gli chiedono conto di somme che non quadrano nei bilanci, dei costi del termovalorizzatore. «Qua a noi risulta che questi conteggi, che avete prodotto - afferma il pm Alberto Galanti - sono perdonatemi il termine, farlocchi, nel senso che non sono reali, perché poi i conti sono stati rifatti sia dai carabinieri che dai consulenti tecnici, vengono fuori tutt'altre cifre. Tanto è vero che abbiamo la telefonata di Rando (braccio destro di Cerroni, ndr), che chiama la sua segretaria Simona e le dice: “Abbiamo rifatto 'sti conti, utilizzando solo i dati che vogliamo... fai sparire dal computer tutto quanto, perché se no potrebbe esserci...”». Questa frase il “Supremo” nega di averla mai sentita. L’interrogatorio di garanzia non scioglie i dubbi, tanto che a breve l’indagato potrebbe essere sentito nuovamente dal pm.
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