Immigrati e guerriglia urbana al Pigneto,
scatta la linea dura del Prefetto
«Per i pusher espulsione immediata»

Immigrati e guerriglia urbana al Pigneto, scatta la linea dura del Prefetto «Per i pusher espulsione immediata»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 2 Agosto 2015, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 09:52


Espulsione immediata. Subito fuori dall'Italia gli spacciatori stranieri. A partire da quelli che mercoledì notte hanno aggredito 3 carabinieri durante un controllo anti-droga al Pigneto. Il prefetto Franco Gabrielli sceglie la linea dura. Il tema della sicurezza, a Palazzo Valentini, viene inquadrato come una priorità. L'escalation di tensioni nelle periferie in mano al racket dello spaccio, dal Pigneto a Tor Bella Monaca, esigono risposte chiare e soprattutto veloci. Ecco perché, è il ragionamento del prefetto, per i pusher colti in flagrante e arrestati non si possono aspettare i tempi della giustizia italiana.
LA NORMATIVA
Le leggi in materia di espulsione parlano chiaro: quando sussistono «motivi di ordine pubblico o di sicurezza» il provvedimento di allontanamento può essere disposto dal prefetto «autonomamente» o su segnalazione di un qualunque organo di polizia (anche se nella prassi è il questore l'unica autorità a farlo). Nel caso in cui lo straniero venga identificato come «membro di una organizzazione mafiosa o di criminalità organizzata», l'espulsione è eseguita «con accompagnamento coatto alla frontiera». Dopodiché scatta in automatico il divieto di tornare in Italia per un periodo che va dai 3 ai 5 anni.

L'accelerazione imposta da Gabrielli parte da qui. «Sono pronto a firmare i decreti di espulsione. Per garantire la sicurezza servono risposte forti».

RISCHIO RECIDIVA
Di sicuro non si può correre il rischio che i pusher poco dopo l'arresto, come a volte accade, vengano rimessi in libertà e che quindi riprendano a spacciare nello stesso posto come se nulla fosse. «Gli strumenti di legge ci sono - è la linea del numero uno di Palazzo Valentini - ora usiamoli».
BANDE STRANIERE
La mossa a sorpresa di Gabrielli va nella direzione indicata dai residenti, che da anni reclamano la tolleranza zero contro il racket della droga. Anche perché a spacciare, al Pigneto, ma anche a San Lorenzo e all'Esquilino, sono quasi tutti stranieri. Nell'isola pedonale tra la Prenestina e la Casilina, convivono da anni due cosche rivali: da una parte i centrafricani (quasi tutti del Gambia e del Senegal) e dall'altra i magrebini (dell'Algeria o della Tunisia). Un duopolio che nelle ultime settimane è stato messo in discussione dall'arrivo di una terza banda, formata da pusher di origine rom, che già controllano tutto il mercato della droga a Roma Est sotto i clan dei Casamonica e dei Di Silvio. «La loro presenza qui non era mai arrivata - denuncia Giammarco Palmieri, minisindaco del V Municipio - Abbiamo denunciato questo fenomeno anche all'ultimo tavolo municipale della sicurezza davanti ai rappresentanti delle forze dell'ordine». Come denuncia l'amministrazione locale, ma anche molti residenti, «da quando, un mese fa, nel quartiere hanno iniziato a spacciare anche i rom si sono rotte alcune logiche consolidate dello spaccio locale. Di fatto le conflittualità sono aumentate in maniera esponenziale. L'arrivo di questa terza banda segnala un tema preoccupante: nonostante gli importanti risultati raggiunti dalle forze dell'ordine in questi mesi, quello del Pigneto resta un mercato illegale con appeal molto forte per il narcotraffico».
PIÙ CONTROLLI
Anche per questo, oltre alle espulsioni, la Prefettura, d'intesa con la Questura e i Carabinieri, vorrebbe potenziare i controlli nelle periferie che si sentono sotto schiaffo.

Di risultati, anche negli ultimi mesi, ce ne sono stati. Oltre duecento arresti da inizio anno. È anche per questo che i clan, messi alle strette, stanno provando a reagire. Dal Pigneto a Tor Bella Monaca, dove l'altro ieri altri cinquanta spacciatori hanno circondato quattro poliziotti. «Ma davanti a queste violenze lo Stato non molla di un centimetro», è la linea di Gabrielli.