Inchieste, vertice Pd Marino con Improta. E lui: «Vado dai pm»

Inchieste, vertice Pd Marino con Improta. E lui: «Vado dai pm»
di Simone Canettieri e Sara Menafra
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Sabato 28 Marzo 2015, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 09:06
La settimana più difficile del Pd di Roma si chiude in serata al Nazareno con un vertice d'urgenza per cercare un'uscita politica alle inchieste che stanno scuotendo la Regione e il Comune. L'incontro dura un'ora. E termina con questa linea comune: «Serve uno scatto per rilanciare il nuovo Pd, per ritornare a fare politica». E dimostrare che le inchieste in corso, da Mafia Capitale a quella sui lavori della Linea C passando per il caso Ostia, «non vanificheranno i due anni di governo in Campidoglio e in via Cristoforo Colombo».



Questo si sono detti il sindaco Ignazio Marino, il governatore Nicola Zingaretti, il segretario regionale Fabio Melilli convocati da Matteo Orfini, in veste di presidente nazionale del partito più che di commissario romano. La situazione è complessa e precaria. E dunque straordinaria. Oltretutto il silenzio di Renzi sul caso Roma viene interpretato, in diversi ambienti Pd, con un po' di inquietudine. Tutti i giorni si attendono novità dalla Procura sui dossier in ballo e le dietrologie si vestono di paura. Per dirla una: tra i dem non è passata inosservata la visita del procuratore capo Giuseppe Pignatone al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, giorni addietro.



I FRONTI Sia Zingaretti sia Marino si trovano a dover maneggiare con cautela le grane della settimana: in Regione si è dimesso, indagato nell'inchiesta Mafia Capitale, Maurizio Venafro, braccio destro e sinistro del governatore. In Comune, il caso Improta tiene banco: la giornata di ieri per il responsabile della Mobilità è stata quella della «fiducia illimitata» da parte del sindaco. I due si sono incontrati più volte: in mattinata e a margine della giunta. Il chirurgo dem ha ribadito anche pubblicamente l'armatura che tutti, dal Pd ai consiglieri di maggioranza, hanno costruito intorno «al nostro Guido».



E suona così: aspettiamo di capire le carte, ma non abbiamo alcun sospetto. Anche Orfini ieri sera lo ha chiamato per sapere se ci fossero novità dalla Procura. La risposta è stata negativa. «Ma su questo fronte io non ho nulla da temere», ha ribadito in serata Marino durante il vertice al Nazareno, che visto da fuori sembrava un gabinetto di guerra. Intanto l'assessore ai trasporti fa quello che gli scacchisti chiamerebbero un ”arrocco”. Ottiene una dichiarazione pubblica del sindaco Ignazio Marino di totale fiducia nel suo operato. E contemporaneamente manda i suoi avvocati a dire agli inquirenti romani di essere disposto a «fornire chiarimenti».



LA STRATEGIA Nei giorni scorsi, quando la notizia dell'inchiesta per truffa aggravata e abuso d'ufficio era circolata sui giornali, l'assessore aveva annunciato che avrebbe chiesto chiarimenti in procura. Piazzale Clodio, però, almeno formalmente non ha confermato l'esistenza di un'iscrizione al registro degli indagati il che, tecnicamente, vuol dire due cose: o Improta non è indagato o l'iscrizione, ai sensi dell'articolo 335 cpp, è stata secretata.



In ogni caso il suo avvocato ha incontrato il procuratore aggiunto Francesco Caporale e lunedì vedrà il pm Erminio Amelio con lo stesso messaggio: se i pm vorranno, Improta è disposto ad essere sentito e fornire la propria versione dei fatti. La strategia è stata concordata anche con Marino. Pronto a scendere in campo direttamente, qualora ce ne fosse bisogno, per fare un'operazione chiarezza sull'inchiesta che riguarda la linea C e le nomine a Roma Metropolitane. «Anche io ho parlato con Incalza e Lupi per lo Sblocca Italia - ha spiegato il chirurgo - perché è quello che deve fare un sindaco».