Roma, Marino-Improta, l'ultimo scontro. Il sindaco resiste: «Avanti lo stesso»

Roma, Marino-Improta, l'ultimo scontro. Il sindaco resiste: «Avanti lo stesso»
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Domenica 21 Giugno 2015, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 09:57

La scelta presa è definitiva, e non si torna indietro: «Caro Ignazio, ormai ho deciso». Ieri mattina il sindaco ha tentato di ricucire, chiedendo al suo (quasi ex) assessore capitolino alla mobilità di ripensarci. E, nell'immediato, di scrivere un comunicato stampa per smentire la notizia sulle sue imminenti dimissioni.

Ma il dado è tratto, Guido Improta a fine mese lascerà la giunta, lasciando a Marino un grosso problema, politico e non solo: sostituire quello che per due anni ha rappresentato la punta di diamante della sua amministrazione, facendo da anello di congiunzione con la maggioranza e curando dossier decisivi per il futuro della Capitale. Il chirurgo dem, infatti, non l'ha presa affatto bene: dopo l'ultima telefonata (Improta in questi giorni è fuori Roma per motivi personali) tra sindaco è assessore è sceso il gelo: «Io vado avanti comunque, con chi ci sta», è stata la reazione del sindaco davanti ai suoi più stretti collaboratori. Da Palazzo Senatorio, in serata, fanno sapere che i due «hanno lavorato insieme su alcuni progetti importanti per la città», e che «sembrerebbe allontarsi l'ipotesi di un addio imminente dell'assessore Improta».

Ma la realtà è diversa: l'ultimo impegno ufficiale del responsabile della mobilità sarà l'inaugurazione di altre sei stazioni della Metro C, in programma lunedì prossimo, nel giorno di San Pietro e Paolo. Poi, Improta saluterà la compagnia. E non sarà un addio indolore, visti i continui scossoni all'interno della maggioranza capitolina, sempre più ardui da controllare, e una giunta sospesa tra possibili rimpasti e richieste di azzeramento.

L'ANNO SANTO Mentre la giunta è in bilico, in Campidoglio si moltiplicano i dossier in scadenza. Martedì il Consiglio dei ministri potrebbe dire la sua su Giubileo&dintorni. Un momento cruciale, anche perché misurerà con precisione la temperatura dei rapporti tra Governo e Palazzo Senatorio. In discussione ci sono i fondi disponibili - che dovrebbero aggirarsi sui 500 milioni di euro, in gran parte “prestati” dalla gestione commissariale del debito pregresso - ma soprattutto i poteri sulla gestione e l'organizzazione dell'evento.

Il coordinamento dell'Anno santo sarà di certo affidato al prefetto Franco Gabrielli, mentre all'amministrazione capitolina dovrebbero restare competenze residue, come quella sui trasporti e la mobilità. Ecco, sarà proprio la definizione del perimetro dei poteri che resteranno al sindaco Ignazio Marino a fornire importanti segnali sul futuro della consiliatura, almeno per ciò che riguarda i desiderata di Palazzo Chigi. Il Giubileo è ormai alle porte - mancano poco più di cinque mesi all'apertura della Porta santa - e il tempo a disposizione per avviare la macchina organizzativa è davvero poco.

LA MINORANZA «Credo che Alfio Marchini, con il quale ci sono già stati incontri più che positivi, possa essere il candidato giusto e, soprattutto, un sindaco in grado di operare una rottura con l'imbarazzante situazione di oggi». Insomma, Forza Italia torna all'assalto. Il coordinatore azzurro Davide Bordoni, durante una manifestazione nel municipio di Ostia, ha lanciato di nuovo l'idea di candidare il leader della lista con il cuore alle prossime elezioni. Che nel centrodestra, e non solo, danno per imminenti (primavera 2016).

«Con l'addio di Improta siamo ai titoli di coda», commenta Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini. E intanto Matteo Salvini annuncia: «Se si vota a Roma la Lega avrà un candidato. E prenderemo una barca di voti».