Colosseo chiuso per assemblea, Renzi: cultura non sia ostaggio dei sindacati, oggi decreto. Marino: sfregio per il nostro Paese

Colosseo chiuso per assemblea, Renzi: cultura non sia ostaggio dei sindacati, oggi decreto. Marino: sfregio per il nostro Paese
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Venerdì 18 Settembre 2015, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 08:50

«Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona». Lo scrive su Twitter il premier Matteo Renzi.dopo il nuovo stop per assemblea che ha determinato la chiusura stamani a Roma di Colosseo e Fori.

«La chiusura del Colosseo è uno schiaffo ai tanti cittadini e turisti che volevano visitare il sito più importante e amato d'Italia, uno sfregio per il nostro paese». Lo afferma il sindaco di Roma Ignazio Marino in un post su Facebook.

«La misura è colma», commenta il ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini che per primo ha annunciato che d'accordo con il premier verrà proposto in Consiglio dei Ministri di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali.

«Ora basta - tuona il ministro -.

Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l'attenzione del mondo sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo e ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo».

«Il buonsenso nell'applicare regole e nell'esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese - sottolinea -. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il Presidente Renzi che al Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i Musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali».

Sul caso è scontro con Susanna Camusso: «È uno strano Paese quello in cui un'assemblea sindacale non si può fare», commenta la leader della Cgil. «Capisco» fare «attenzione in periodi di particolare presenza turistica, ma se ogni volta che si fa un'assemblea si dice che non si può, si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia». «Essere servizio essenziale non vuol dire che non si abbia la possibilità di fare scioperi o assemblee», sottolinea il segretario generale a proposito dell'intenzione del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, di inserire musei e luoghi di cultura tra i servizi pubblici essenziali.

«La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali». È quanto scrive il Garante degli scioperi Roberto Alesse, in una nota. «Proprio ieri - continua - è iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso governo, ed è mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serietà anche di questo tema. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre Città».

«Sono dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l'assemblea», si difende il soprintendente di Roma Francesco Prosperetti. «Tutto si è svolto regolarmente - spiega - l'assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è Mibact». «Non si è trattato di chiusure ma di aperture ritardate», precisano dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l'area archeologica.

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