Il dibattito scoppia sui social (c'è chi fa gli auguri d'ora in poi all'ufficio stampa del Campidoglio) e sulle agenzie. Il deputato Pd Michele Anzaldi, renziano, attacca il sindaco a testa bassa perché «rischia di scivolare sulle uova con dichiarazioni gravi e fortemente offensive nei confronti di chi lavora nel mondo della comunicazione. Sarebbe opportuno che si scusasse». Il fatto è che, come fa notare Alzaldi, che per una categoria che a Roma conta oltre 20mila iscritti e per una città che si onora di ospitare una lunga serie di sedi centrali giornali, radio, televisioni, agenzie, «le sue arroganti parole offendono l'informazione che sta alla base della nostra democrazia». Sel con il capogruppo Gianluca Peciola twitta: «ignaziomarino ripensaci! Fondiamo un gruppo di lettura della rassegna stampa in #Campidoglio».
Il centrodestra coglie al volo la gaffe del sindaco. Il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi: «La solita risposta arrogante e 'rosiconà, quella di Marino, sempre più bramoso di protagonismo». Il consigliere capitolino, Roberto Cantiani (Ncd) si domanda retoricamente: «Marino si sente fico?». E via così: con Rossin (FI) e Cangemi (Ncd) che consigliano al chirurgo dem di leggerli i giornali con il gruppo Fratelli d'Italia che ribalta la prospettiva delle dichiarazioni di Marino: «I romani non si faranno incartare dalle sue parole».
Una bocciatura arriva anche dall'Ordine dei giornalisti del Lazio: il presidente Paola Spadari ha infatti risposto duramente al sindaco, affermando che «Più che una battuta l'uscita del sindaco Marino sui giornalisti è uno scivolone considerate le migliaia di operatori dell'informazione che, complice la crisi, hanno perso o rischiano di perdere il lavoro».