Omofobia, il consiglio dice sì al patrocinio al Roma Pride

Omofobia, il consiglio dice sì al patrocinio al Roma Pride
di Marco Pasqua
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Martedì 3 Giugno 2014, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 20:56
I rappresentanti delle principali associazioni gay sono arrivati nell'aula Giulio Cesare battaglieri, dopo che, per due volte, era stato rinviato il consiglio comunale straordinario sull'omofobia. Calendarizzato per il 15 maggio – durante la settimana rainbow – il consiglio era stato sollecitato (e richiesto) da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, dopo l'ennesimo suicidio di un ragazzo gay, a Roma. Ma, complici anche le elezioni europee e le criticità che il sindaco, Ignazio Marino, ha dovuto affrontare (dal bilancio al rimpasto), è stato fatto saltare.



Oggi la nuova convocazione con una discussione che è iniziata con oltre due ore di ritardo (e alla quale si è unito, intorno alle 20, lo stesso Marino). Con la conseguente protesta delle associazioni. Imma Battaglia, storica militante per i diritti Glbt, oltre che consigliera comunale di Sel, è arrivata persino a minacciare la sua stessa maggioranza: «Così non voto il bilancio». Minaccia da non sottovalutare, visti i problemi all'interno del Pd e le critiche mosse, in questi giorni, dai Democrat all'operato del sindaco. Ad aver indispettito, inoltre, le associazioni Glbt, è stato il rinvio della discussione, in aula, sull'istituzione del registro delle Unioni civili.



Alla fine, è stata approvata una mozione che, tra le altre cose, assegna, per la prima volta, il patrocinio del Comune al Roma Pride e prevede una serie di attività per promuovere la tolleranza e il rispetto nei confronti delle persone omosessuali.



IL RITARDO

A quattro giorni dal Roma Pride, la riunione dell'Assemblea Capitolina per la discussione dei temi della «discriminazione di genere, omofobia e diritti di uguaglianza», ha preso il via di fronte a diversi rappresentanti della comunità, con tanto di bandiere Rainbow. La seduta si è aperta in ritardo rispetto all'orario prestabilito per iniziale mancanza del numero legale. Prima dell'ultimo appello, che ha registrato un numero di consiglieri sufficiente per iniziare i lavori, la consigliera Battaglia, piccata per la mancanza di numero legale, ha detto ai suoi colleghi: «Io non vengo a votare il bilancio!”.



Proprio Battaglia insieme alla collega Pd Giulia Tempesta ha preparato una mozione che, se approvata, impegna il sindaco, tra le altre cose, «a sostenere i valori del Pride e a partecipare alla manifestazione del 7 giugno 2014 con i propri rappresentanti istituzionali». E poi anche a «prendere le adeguate misure affinchè si espanda nel vivere comune una coscienza vivace e aperta alle diversità sessuali e che a tal proposito vengano promosse nell'ambito della formazione scolastica, nello sport negli uffici pubblici, attività che abbiano come scopo la conoscenza dell'altro». «Sono allucinata e triste: abbiamo perso due ore, dovevamo iniziare alle 17 – ha detto la Battaglia - Io spero che almeno si riesca ad approvare la mozione».



Il coordinatore della maggioranza, Fabrizio Panecaldo, ha cercato di lanciare segnali di pace alla Battaglia: «Io penso che la calendarizzazione del registro per le unioni civili sia prossima, la discussione potrebbe avvenire già prima del bilancio».



LA PROTESTA

«Sogno unioni civili». È uno dei cartelli esposti in Aula Giulio Cesare durante la seduta. Nel pubblico qualcuno ha urlato: «Presidente Coratti, che stai facendo? Fate rispettare il regolamento! Legalità!». «Abbiamo esposto questo striscione - spiega Paolo Izzo segretario Radicali Roma - per rivendicare la discussione sul registro delle unioni civili e di tutte le altre delibere di iniziativa popolare, compresa quella sul testamento biologico, che giacciono in stato vegetativo nei cassetti del Campidoglio nonostante lo statuto del Consiglio preveda la loro calendarizzazione entro sei mesi dal deposito. Prima ancora della delibera per le unioni civili sottoscritta da esponenti di tutta la maggioranza e del M5S, nel 2012 più di ottomila persone avevano sottoscritto la nostra delibera di iniziativa popolare».



«Coratti dimettiti!», ha urlato un manifestante mentre un altro ha esposto un cartello con su scritto 'Coratti basta parole!». «Così vogliamo sollecitare la discussione sul registro delle unioni civili a Roma e la sua approvazione rapida – ha detto Andrea Maccarrone, portavoce del Roma Pride -. La calendarizzazione delle delibere dipende dal presidente dell'Aula Coratti e dai capigruppo. Fino ad ora hanno rinviato ma non ci sembra che l'Aula fosse sovraccarica o in riunione permanente, tutt'altro».



LA MOZIONE

Poco prima delle 20, è stata approvata la mozione, presentata dalla stessa Battaglia e da Tempesta che, prevede una serie di iniziative in favore della comunità Glbt. Come, ad esempio, l'attivazione di politiche e azioni positive volte alla comprensione e valorizzazione delle differenze; il sostegno ai valori del «Pride» promuovendo con impegno la cultura del rispetto, aderendo al «Roma Pride 2014», concedendo il patrocinio e a darne pronta comunicazione alle associazioni promotrici; la partecipazione alla manifestazione del 7 giugno con i propri rappresentanti istituzionali; il rendere annuale l'impegno della Settimana Rainbow, che per la prima volta si è svolta quest'anno dal 12 al 18 maggio, con iniziative socio-culturali diffuse in tutta la città; il rendere disponibili case di accoglienza e locali per persone omosessuali e per vittime di tratta transessuale, in particolar modo quelli provenienti da confische di beni mafiosi. La mozione è stata approvata con 24 voti favorevoli, nessun contrario e un astenuto.



«Grande risultato oggi in Assemblea capitolina contro l'omofobia. Roma Capitale per la prima volta patrocinerà #Pride2014», ha commentato, con un tweet, il sindaco.



«Iniziative come quella di oggi contribuiscono a fare crescere nella nostra città la cultura dei diritti e la consapevolezza che molti diritti ancora non ci sono. Siamo impegnati per favorire l'educazione e il rispetto per le differenze, perché solo con il rispetto costruiremo una società in cui ognuno possa sentirsi accettato, riconosciuto per quello che è. Ora mi auguro che il consiglio faccia un altro passo avanti e calendarizzi rapidamente la delibera per l'istituzione del registro delle unioni civili», ha commentato l'Assessore alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità Alessandra Cattoi. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, si aspetta che ora «vengano accolte anche le altre istanze della comunità lgbt e che Roma sia sempre di più una città dove i diritti hanno piena cittadinanza».



Dopo l'approvazione c'è stato un acceso battibecco tra il consigliere Ncd Marco Pomarici e uno dei presenti in aula, Guido Allegrezza, a causa di un 'dito mediò. «Io sono stato aggredito due anni fa da gente omofoba - ha ricordato Allegrezza - Ho alzato il dito medio verso Pomarici a seduta terminata perchè dopo che noi abbiamo applaudito alla mozione ci ha rivolto parole che ci additavano come sprovveduti». Pomarici inizialmente ha chiesto l'identificazione di Allegrezza, ma poi tra i due c'è stato un chiarimento che ha allentato la tensione.
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