Trasporti a rischio per il debito. Casse vuote all’Atac, sommersa da 700 milioni di buco. Si lotta per il salvataggio

Trasporti a rischio per il debito. Casse vuote all’Atac, sommersa da 700 milioni di buco. Si lotta per il salvataggio
di Michele Di Branco e Fabio Rossi
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Mercoledì 16 Ottobre 2013, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 12:32
il trasporto pubblico il fronte pi caldo della trattativa che, ancora in queste ore, lega il Campidoglio a Palazzo Chigi, con l’attesa dei collegati alla legge di stabilit che dovrebbero sbloccare l’intricata questione del bilancio 2013 del Comune di Roma.



Il salvataggio dell’Atac, sommersa da 700 milioni di debiti, è diventato il punto critico della questione: tutto ciò mentre per i mezzi pubblici romani sono a rischio persino i rinnovi delle assicurazioni e, entro poche settimane, le forniture di carburante. Il piano d’intervento è diviso in due capitoli: uno riguarda i rapporti tra l’azienda e la gestione commissariale del debito accumulato fino al 2008, da cui si potrebbero recuperare 130-150 milioni. L’altro, che investe direttamente la manovra capitolina, è invece incentrato sui finanziamenti che lo Stato, tramite la Regione, stanzierà per il trasporto romano. La cifra che sarà assegnata dal Governo varia tra i 140 e i 180 milioni, e andrà sottratta dal deficit delle casse di Palazzo Senatorio.



I fondi per il trasporto pubblico si andranno a sommare all’altra trattativa fondamentale di questi giorni: quella sui debiti che potranno essere caricati sulla gestione commissariale. Non si tratta, è bene chiarirlo, di finanziamenti diretti dello Stato, ma di un incremento della somma che il Campidoglio dovrà rimborsare, nei prossimi decenni, al commissario straordinario. «Così si aumenta il debito che i cittadini dovranno pagare a questo punto non più fino al 2048, ma almeno fino al 2050», sottolinea Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini. Alla gestione commissariale il Comune versa ogni anno almeno 200 milioni di euro, ricavati da una parte (il 4 per mille) dell’addizionale Irpef e da una sovrattassa a carico dei passeggeri degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino.



I CONTI

La cifra che potrà essere caricata sulla gestione del debito si dovrebbe stabilizzare, alla fine, sugli 585-590 milioni. Se il Campidoglio riuscisse a fare bottino pieno, spuntando 180 milioni per il trasporto pubblico, resterebbero da coprire una cinquantina di milioni. Anche perché l’ultima ricognizione del deficit 2013, eseguita dalla Ragioneria generale, fissa in 816 milioni la cifra complessiva da recuperare per chiudere i conti. A quel punto basterebbero tagli ai dipartimenti, preservando politiche sociali e trasporti, per portare a casa il bilancio senza intervenire sulla leva fiscale. In caso contrario, ossia se i fondi per il tpl fossero inferiori alle aspettative, si tornerebbe a parlare di tasse, con l’Imu in prima fila. Senza considerare il possibile aumento dell’addizionale comunale Irpef, dallo 0,9 all’1,2 per cento, che però potrebbe scattare solo dal 1° gennaio.



I TEMPI

Per conoscere definitivamente il quadro della situazione, però, bisognerà attendere fino a metà della prossima settimana. Con l’assessore al bilancio Daniela Morgante che, a questo punto, potrebbe portare la manovra in giunta venerdì 25. Dopo inizierebbe il lungo iter per l’approvazione che prevede, nell’ordine, l’esame in commissione, il parere dei Municipi (per il quale sono a disposizione venti giorni) e il voto finale dell’assemblea capitolina, che deve arrivare entro il 30 novembre. Dove, però, il documento di programmazione finanziaria dovrà passare per le forche caudine di una prevedibile maratona in aula Giulio Cesare.