"Si tratta di importi seri - spiega una nota del sindacato - che arrivano a superare i diecimila euro per dipendente per un montante di molto superiore al milione di euro. Dopo la incredibile vicenda che ha portato alla disdetta di appalto tra Inalca e consorzio euro2000, aziende connesse attraverso la controllata Gescar, i lavoratori nonostante l'accordo separato di Fai-Cisl e Uila-Uil non hanno che ricevuto pochi spiccioli. I lavoratori di Rieti hanno continuato a prestare la loro opera pur in queste umilianti condizioni, al lavoro senza vedere rispettati i loro diritti, versate loro le retribuzioni. Lo hanno fatto, va ripetuto, per senso di responsabilità, e per senso di appartenenza alla Inalca, per attaccamento al lavoro, sentimenti e comportamenti che ad oggi non sono stati assolutamente ricambiati. Inalca - auspica il sindecato - deve assumersi tutte le proprie responsabilità in questa assurda vicenda. La Flai Cgil ha iniziato a fare i conti del “debito” di Inalca nei confronti dei propri dipendenti, e dopo un'ultima diffida procederà al recupero forzoso del credito.
Non lo facciamo contro Inalca, ma per la fabbrica e per i suoi dipendenti, perché i patti si rispettano ed i debiti si pagano, per la giusta mercede, perché cosi deve essere".
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