Secondo il giudice dell'udienza preliminare, Francesca Ciranna, i permessi rilasciati dal tecnico fianese (assistito dall'avvocato Roberto Venettoni di Roma) erano invece legittimi e al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, ha assolto il terzetto perchè il fatto non sussiste. Decisiva, durante l'istruttoria dibattimentale, si è rivelata la consulenza tecnica eseguita, su incarico del gup, dall'architetto Michele Liistro (la difesa si è avvalsa del perito di parte Giovanni Fucili) che ha sostanzialmente ribaltato le conclusioni della procura.
L’accusa, infatti, sosteneva che l’intervento edilizio era stato realizzato su un’area agricola e senza le necessarie autorizzazioni amministrative, ma l'istruttoria dibattimentale ha dimostrato che il Prg di Fiano prevedeva, all’articolo 5, proprio quel genere di interventi di ricostruzione al posto di ex opifici industriali.
Per quanto riguarda gli abusi edilizi contestati, i due amministratori hanno poi dimostrato di essere in regola con i nulla osta rilasciati dalla Sovrintendenza (l’area custodiva reperti archeologici, considerati non di rilevante importanza) e dalla società Autostrade, in quanto la costruzione del capannone, che sorge vicino all’uscita per Rieti, non ha violato la fascia di rispetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA