Papa Francesco: un milione alla beatificazione dei primi martiri coreani

Papa Francesco: un milione alla beatificazione dei primi martiri coreani
4 Minuti di Lettura
Sabato 16 Agosto 2014, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 11:02

Un milione di persone hannopartecipato alla messa che il Papa, con il cardinale Pietro Parolin e l'arcivescovo Andrew Yeom Soo-jung, ha celebrato alla Porta di Gwanghwaum di Suel.

Durante il rito, celebrato in latino e coreano, il Pontefice ha beatificato Paul Yun Ji-Chung, primo martire della Chiesa coreana e altri 123 suoi compagni, uccisi durante la persecuzione del 1791. Una delle preghiere dei fedeli è stata letta da un cinese della chiesa clandestina della Cina continentale.

«L'ipocrisia di quegli uomini e donne consacrati che professano il voto di povertà e tuttavia vivono da ricchi, ferisce le anime dei fedeli e danneggia la Chiesa», ha poi ribadito il Papa incontrando le comunità religiose e i presidenti della associazioni religiose maschili e femminili cattoliche di Corea, nella School of love di Kkottongnae.

Ieri il papa aveva invitato a «respingere i modelli economici disumani che creano nuove forme di povertà ed emarginano i lavoratori».

Alla messa celebrata allo stadio di Daejon ha invitato i giovani a superare le barriere: «Siete un'unica famiglia». Poi un nuovo appello alle Coree: «Vi chiedo di pregare insieme per l'unità dei due Stati». Alla messa hanno preso parte anche i familiari delle vittime del naufragio del Sewol, che ha causato 230 morti.

«Non dimentichiamo il grido dei cristiani e di ogni popolazione perseguitata in Iraq», ha poi scritto di nuovo papa Francesco in un tweet. Dal suo account sul social network il Pontefice, impegnato nel viaggio in Corea, fa riferimento anche ai martiri. «I martiri - scrive - ci insegnano che le ricchezze, il prestigio e l'onore hanno poca importanza: Cristo è l'unico vero tesoro».

Il Papa oggi è poi andato in visita nel centro di recupero di Kkottongnae, dove vengono assistiti disabili gravi e molto gravi. Bergoglio si è tolto le scarpe prima di entrare nell'edificio. Nella cultura locale il togliersi le scarpe è segno di rispetto.

Una bimba in abito tradizionale ha donato al Pontefice una ghirlanda intrecciata che lui si è subito messa al collo. In una piccola cappella papa Francesco ha incontrato diversi malati, alcuni in

carrozzella, e ad alcuni di loro ha posato la mano sul capo.

La casa ospita anche una cinquantina di bambini disabili abbandonati dalle famiglie, come ha ricordato il vescovo di Cheongju, mons. Gabriel Chang Bong-hun nel suo saluto a Bergoglio, che il papa

Bergoglio ha abbracciato, prima di prepararsi a assistere a uno spettacolino in suo onore preparato dai più giovani assisiti del Centro.

Il Papa si è trattenuto più di un'ora e un quarto nel centro di Kkottongnae, fondato negli anni '70 da padre John Oh Wooong Jin, e composto da ospedali, università e centri di recupero per poveri, malati e persone abbandonate di ogni età.

Bergoglio ha incontrato tutti i gruppi di ospiti, anziani, malati gravi e molto gravi, anche in stato vegetativo, bimbi in carrozzella, giovani che studiano nel Centro, che ha scuole di ogni grado, dall'asilo all'università. Il luogo ospita circa 200 bimbi, circa 300 anziani, e diversi altri malati. Vivono qui anche molti bimbi e neonati che cercano una famiglia adottiva, e tra le politiche del Centro c'è anche quella di favorire le adozioni e far sì che gli adottati restino in Corea.

Il Papa ha benedetto anche una piccola lanciatrice del peso vincitrice alle Paralimpiadi. Tra i doni che gli hanno offerto gli ospiti del Centro, anche un quadro dipinto da Veronica e alcune gru e tartarughe realizzate da Cecilia, una signora senza braccia che ha regalato al Papa anche la foto che la ritrae mentre preparava il dono.

Papa Bergoglio ha stretto la mano a tutti quelli che lavorano nei vari settori del Centro, ha impartito la benedizione, in spagnolo, e ha offerto personalmente il suo dono per il centro: un mosaico che rappresenta la Sacra Famiglia, eseguito dalla Scuola dei mosaici vaticana. Poi è stato recitato il Padre Nostro in latino. Fuori del Centro, si è esibito per il Papa il «coro dei senzatetto».

Gli ospiti del Centro hanno preparato diversi cartelloni e striscioni in italiano per accogliere il Papa, il più diffuso reca scritto «Viva Papa», slogan intonato più volte dagli ospiti e dai tanti che hanno atteso il Pontefice fuori dell'edificio.

Prima di uscire, papa Francesco si è seduto per calzare nuovamente le scarpe, poi è salito sulla camionetta scoperta mentre la folla inneggiava «Viva Papa».

«C'è un piccolo problema, se c'è una cosa che mai si deve trascurare è la preghiera, ma oggi faremo la preghiera da soli, vi spiego perché non possiamo pregare i vespri insieme: sono venuto in elicottero, e con il decollo dell'elicottero, se non decolliamo in tempo, c'è pericolo di finire sfasciati su una montagna. Facciamo solo una preghiera alla Madonna, tutti insieme, poi parleranno tutti i due presidenti, poi io, scusate». Così poi il Papa si è rivolto ai religiosi coreani nella School of Love di Kkottongnae, dove si è recato dopo la visita al centro di Kkottongnae.