Vaticano, nell'anno giudiziario nominato un curatore per il caso Orlandi

Vaticano, nell'anno giudiziario nominato un curatore per il caso Orlandi
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Sabato 31 Gennaio 2015, 20:47 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 01:27
Parla anche di Emanuela Orlandi la relazione di apertura dell'86esimo Anno giudiziario del promotore di giustizia del Vaticano, Gian Piero Milano. Non si nomina il caso apertamente, ma il pg parla di un «un procedimento in materia di volontaria giurisdizione, con il quale è stata chiesta al Tribunale la nomina di un curatore dello scomparso, relativamente ad una cittadina vaticana: un caso delicato - si legge nella relazione - dai tratti in larga parte irrisolti, che ha suscitato negli anni l'attenzione dei mass media e dell'opinione pubblica per le sconcertanti modalità con cui è avvenuto, e le toccanti ripercussioni determinate nella comunità di affetti e legami della vittima».

Un segnale positivo «di interessamento» secondo il fratello Pietro Orlandi. «Io dubito che papa Francesco sia rimasto indifferente al caso - spiega - E poi si parla di caso irrisolto, quindi di un mistero. I misteri si risolvono».



Il resto della relazione parla della messa in moto in Vaticano di un meccanismo virtuoso sostiene e l'attività investigativa, quella giudiziaria e in genere la collaborazione tra i vari organismi dello Stato del Papa.



I casi. Tra le operazioni della Gendarmeria segnalate dal promotore di giustizia ci sono il «monitoraggio del traffico di droga da Stati esteri verso la SCV» e «attività di analisi forense e info-investigativa soprattutto di carattere informatico, per due delicati casi, di differente gravità, di detenzione di materiale

pedopornografico». Il più «importante» dei due casi «riguarda - ha confermato padre Federico Lombardi - mons. Wesolowski», l'ex nunzio denunciato anche dalle autorità dominicane. L'indagine di cui parla il pg è quella penale, indipendente da quella canonica avviata dalla Congregazione per la dottrina della fede.



Le intercettazioni. Cresce inoltre il ruolo delle «intercettazioni» nel sistema investigativo-giudiziario vaticano: per Milano sono «strumento di indagine imprescindibile». E il promotore riferisce anche di «Diverse attività riguardanti l'oscuramento di siti web contenenti aspetti diffamatori dello Stato e/o della Santa Sede, e alla chiusura di account di posta elettronica per attività correlate al reato di truffa ovvero furto di identità virtuale».



Il Tribunale vaticano ha ricevuto nell'anno appena trascorso 10 richieste di rogatoria da autorità giudiziarie straniere, di cui 8 provenienti dall'Italia. Per

quanto riguarda inoltre una richiesta di informazioni inoltrata invece dal Vaticano all'Italia, circa «un ecclesiastico imputato in Italia per una serie di reati

(truffa, riciclaggio, corruzione) e indagato anche da questo Ufficio», i «materiali trasmessi» dall'Italia «non solo sono risultati lacunosi, mancando di elementi essenziali, ma hanno anche evidenziato modalità di acquisizione di alcune prove, che si possono definire improprie e non in linea con i vigenti

protocolli internazionali». Padre Federico Lombardi ha confermato che il pg si riferisce a richieste del Vaticano all'Italia riguardanti mons. Nunzio Scarano, il

cosiddetto «monsignor Cinquecento» indagato anche in Italia.