Bologna, sale la preoccupazione per l'affresco di Maometto all'inferno a San Petronio

Bologna, sale la preoccupazione per l'affresco di Maometto all'inferno a San Petronio
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 7 Gennaio 2015, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 20:02
Anche in Vaticano quell’affresco lo conoscono bene: da più di dieci anni è considerato dagli estremisti islamici uno dei target cattolici più a rischio, visto che si tratta dell’unica effige di Maometto ritratto in modo insolito e caricaturale. Su una delle pareti appare all’inferno. L' affresco quattrocentesco che Giovanni da Modena dipinse nella cappella Bolognini del duomo di San Petronio, a Bologna, ritrae il Profeta mentre viene seviziato e percosso da demoni feroci, naturalmente avvolto dalle fiamme. Seminudo, sofferente, dileggiato, vilipeso. Forse all’epoca era una specie di vignetta satirica, chissà. Un affresco politicamente scorretto.

Proprio per questo motivo la celebre chiesa di piazza Maggiore è perennemente tenuta sotto osservazione. Anche in passato ha rischiato di essere al centro di piani terroristici che però sono stati intercettati prima e neutralizzati di conseguenza dai carabinieri. Colpire san Petronio, dunque, agli occhi degli estremisti, significa vendicare un affronto, significa difendere un simbolo, significa combattere la cultura occidentale ritenuta nemica della vera fede.



Nel 2002 il primo piano terroristico venne scoperto grazie alle intercettazioni di una decina di marocchini e tunisini che vivevano a Milano. Gli uomini facevano parte di una «cellula» del Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento, erano dei fuoriusciti dal Gia, Gruppo Islamico Armato.



Anche recentemente san Petronio è tornato al centro delle preoccupazioni. Alcuni quotidiani avevano riportato che i servizi segreti del Marocco si erano attivati per dare informazioni utili a sventare un piano folle, stavolta di una cellula di jihadisti. Naturalmente per colpire San Petronio e vendicare Maometto all’inferno.
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