"Non possiamo tarpare le ali a quanti, in particolare giovani, hanno molto da dare con la loro intelligenza e capacita’; essi vanno liberati dai pesi che li opprimono e impediscono loro di entrare a pieno diritto e quanto prima nel mondo del lavoro". Parlava a braccio il Papa, mettendo in chiaro che per frenare il trend negativo occorre una risposta sollecita da parte della politica e della economia. “Il ’dio denaro’ è un idolo che distrugge e provoca la cultura dello scarto: si scartano i bambini che non si fanno o si uccidono prima di nascere, si scartano gli anziani lasciati senza cure e medicine e con pensioni miserabili. E adesso si scartano i giovani: in questa terra tanto generosa il 40/45 per cento dei giovani non ha lavoro".
Lavoro dignitoso significa proseguire “l'opera del Creatore”, ha detto. Troppo spesso, invece, il lavoro è succube “di oppressioni a diversi livelli: dell’uomo sull’altro uomo; di nuove organizzazioni schiavistiche che opprimono i più poveri; in particolare, molti bambini e molte donne subiscono un’economia che obbliga a un lavoro indegno”.
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