L'allarme di Papa Francesco: «La piaga
della disoccupazione può spingere
i giovani nelle mani della malavita»

L'allarme di Papa Francesco: «La piaga della disoccupazione può spingere i giovani nelle mani della malavita»
di Franca Giansoldati
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Sabato 23 Maggio 2015, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 12:26
​Città del Vaticano. L'occasione per tuonare contro il sistema economico italiano gli è arrivata dal 70esimo anniversario della fondazione delle Acli. Durante una udienza in Vaticano, Bergoglio ha condannato la cultura dello scarto, una cultura dilagante, dominata dal “dio denaro” che va a scapito dei più deboli. "Si scartano gli anziani 
che hanno pensioni miserabili", ma poi si scartano anche tanti giovani che finiscono per essere fagocitati dalla criminalità. Il Papa ha ricordato che il 40% dei 
disoccupati nel nostro Paese ha meno di 25 anni. "Persone che sono sempre piu’ in pericolo di cadere 
nelle mani della malavita o di andarsene in cerca anche di orizzonti di 
guerra come mercenari". La disperazione possiede molte facce.









"Non possiamo tarpare le ali a quanti, in particolare giovani, hanno molto da dare con la loro intelligenza e capacita’; essi vanno liberati dai pesi che li 
opprimono e impediscono loro di entrare a pieno diritto e 
quanto prima nel mondo del lavoro". Parlava a braccio il Papa, mettendo in chiaro che per frenare il trend negativo occorre una risposta sollecita da parte della politica e della economia. “Il ’dio denaro’ è un idolo che distrugge e provoca la cultura 
dello scarto: si scartano i bambini che non si fanno o si 
uccidono prima di nascere, si scartano gli anziani lasciati 
senza cure e medicine e con pensioni miserabili. E adesso si 
scartano i giovani: in questa terra tanto generosa il 40/45 per 
cento dei giovani non ha lavoro".



Lavoro dignitoso significa proseguire “l'opera del Creatore”, ha detto. Troppo spesso, invece, il lavoro è succube “di oppressioni a diversi livelli: dell’uomo sull’altro uomo; di nuove organizzazioni schiavistiche che opprimono i più poveri; in particolare, molti bambini e molte donne subiscono un’economia che obbliga a un lavoro indegno”.
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