Scuola, raddoppiati i fondi del piano di ristrutturazioni

Stefania Giannini (foto Giuseppe Lami - Ansa)
di Alessia Camplone
3 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Marzo 2014, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 08:33
La scuola mostra i muscoli. Quasi il doppio dei due miliardi preannunciati nei giorni scorsi, e cio 3,7 miliardi di euro, per venire in soccorso alla disastrata edilizia scolastica. Il colpo di scena arrivato al termine della seduta del Consiglio dei ministri. Più soldi. E una «Unità di missione», una sorta di cabina di regia, per poterli utilizzare immediatamente scavalcando gli ostacoli burocratici di sempre e liberandoli dal patto di stabilità. «Soldi veri, disponibili e spendibili subito», come ha insistito il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Fino ad ora si era parlato di circa 2.500 scuole da risistemare. Ieri la parola chiave invece è stata «interventi». E il numero è diventato grande quattro volte più grande. «Oltre 10 mila interventi in tutta Italia», ha assicurato il ministro all’Istruzione Stefania Giannini: «Si tratta di una misura straordinaria». Cosa è presto detto. «Scuole più belle e più sicure», ha sottolineato il ministro. Ma ci saranno risorse anche per la progettualità didattica: «Si andrà oltre i muri – ha preannunciato - ci stiamo già attivando per il ripristino del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa eroso negli anni passati». Quindi qualcosa in più dell’edilizia scolastica che resta comunque il piatto forte.



LA CONSULENZA

Una consulenza è stata affidata all’architetto di fama mondiale Renzo Piano. A Piano, che il premier incontrerà oggi stesso, verrà affidato un ruolo di garanzia sulla «qualità del rammendo degli edifici scolastici», per usare le stesse parole del primo ministro con un efficace paragone di sartoria. Renzi ha anche ripetuto esplicitamente come questi interventi avranno una inevitabile ricaduta positiva sul settore dell’edilizia, uno dei settori particolarmente colpiti dalla crisi economica, e quindi sull’occupazione. Dei tre miliardi e 700milioni, due miliardi e mezzo derivano da fondi già stanziati da provvedimenti di legge dei precedenti governi, un altro miliardo e 200 milioni da risorse che il governo è riuscito a racimolare attingendo dai fondi di coesione destinati alla sicurezza delle scuole.



Qual è la tabella di marcia? Dal primo aprile sarà operativa la neonata «Unità di missione per le scuole». Lavorerà a Palazzo Chigi, ovviamente in stretta collaborazione con il Miur (il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca) e con le amministrazioni comunali e provinciali che hanno competenza per l’edilizia scolastica. L’Unità autorizzerà gli interventi assumendo anche un ruolo di deburocratizzazione: velocizzando le pratiche edilizie e consentendo, a seconda delle loro competenze, ai sindaci e ai presidenti di provincia, di intervenire il più rapidamente. Matteo Renzi riguardo agli interventi ha spiegato che si andrà dalla tinteggiatura al risparmio energetico, al più definitivo «distruggere e rifare una scuola». Lo aveva già anticipato otto giorni fa parlando con i sindaci della provincia di Siracusa e chiedendosi: ma i soldi non sono meglio spesi se una scuola si fa daccapo? La «platea» delle scuole in Italia è di 41 mila edifici, di cui il 40 per cento ha necessità di interventi. Il cantiere scuola sarà a pieno regime nei tre mesi estivi, dal 15 giugno al 15 settembre, quando gli istituti sono chiusi oppure hanno una attività ridotta. Le scuole verranno individuate sulle indicazioni arrivate dagli 8.000 primi cittadini a cui nei giorni scorsi Renzi aveva scritto scritto chiedendo di segnalare le urgenze e i progetti già cantierabili.