Da Titti alle amazzoni, la debolezza rosa di Silvio

Da Titti alle amazzoni, la debolezza rosa di Silvio
di Mario Ajello
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Domenica 26 Gennaio 2014, 10:33
Donne. Quante donne. Quando Stefania Prestigiacomo, bella, alta, bionda, elegante come una normanna di Sicilia, arriv in Parlamento, un deputato del Pds sentenzi: Grazie a Berlusconi, finita la bruttocrazia.

Molti anni dopo sarebbe stata fondata Forza Gnocca, questo il soprannome del Pdl, ma alle origini l’andazzo fu diverso: era il tempo di Titti Parenti (soprannominata Titti la Rossa per via dei capelli, e assurta a simbolo della magistratura che non aveva paura di indagare sui soldi dei comunisti), di Tiziana Maiolo (dal Manifesto di Rossanda e Pintor alla barricata opposta), di Cristina Matranga, appartenente a un’ottima famiglia siciliana e che poi abbandonò l’avventura dicendo a Berlusconi: «Presidente, stai parlando con una donna che dice sempre di no».



Poche all’inizio, poi tante: le donne azzurre «sono le più brave di tutti», ha sempre assicurato Silvio. Il quale civettando aggiunge: «Il nostro è un partito donna. E io stesso sono un po’ femmina, ma del tipo gay». Vero potere però - a parte adesso Francesca Pascale, forzista napoletana da quando aveva 15 anni con il comitato «Silvio ci manchi» e adesso fidanzata e principale consigliera politica del Cavaliere - le donne azzurre non lo hanno mai avuto.



Sembrava che Mara Carfagna a un certo punto dovesse diventare portavoce unica del partito, e invece no. Pareva - ed è cronaca degli ultimi tempi - che Daniela Santanchè, la quale non viene da Forza Italia, dovesse assumere la guida del nuovo corso, e invece niente Pitonessa come numero uno. E Michela Vittoria Brambilla? «Sarà la numero uno», promise il Cavaliere ma adesso l’Arancione - così la chiamano per via della chioma - è poco più della consulente animalista del principale. Mentre Michaela Biancofiore si è quasi imparentata con Silvio per via di Dudù: «Vi posso assicurare che non è gay come dicono le malelingue. Dudù ha una storia con la mia cagnetta e ho visto anche una sua erezione». Si è persa di vista invece, nell’olimpo rosa di Forza Italia uno e due, Letizia Moratti, che doveva essere «la nostra signora Thatcher».



Veronica Lario azzurra non è stata mai - «E’ di sinistra», si lamentava Silvio - ma nei destini anche politici dell’ex marito ha contato assai. E Gabri (Giammanco) e Nunzia (De Girolamo)? «Non sarò geloso. Andatevi a divertire!», scrisse il leader nel famoso bigliettino. Ma Nunzia non si diverte più.
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