Riforme, ok agli emendamenti. Renzi: «Non ci fermiamo». M5S: «Pronti a dimetterci»

Riforme, ok agli emendamenti. Renzi: «Non ci fermiamo». M5S: «Pronti a dimetterci»
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Sabato 14 Febbraio 2015, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 13:18

«Noi parlamentari M5S siamo pronti alle dimissioni per far cadere il Parlamento e andare alla urne». L'avvertimento è di Alessandro Di Battista e arriva all'indomani della maratona notturna con cui l'Aula della Camera ha terminato l'esame degli emendamenti e quindi degli articoli al ddl sulle riforme. L'ok finale al testo da parte di Montecitorio (il secondo dei quattro passaggi necessari) è atteso entro i primi giorni di marzo.

L'avvertimento del M5S Di Battista parla da piazza Cola di Rienzo a Roma davanti al gazebo della raccolta firme #fuoridall'euro. «Siamo certi - aggiunge - che le altre opposizioni non lo faranno, sono attaccati alle poltrone».

Boccia: Pd non vota con Aula vuota Ma dalle parti del Pd la minoranza fa sentire il suo malumore.

Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera Boccia, avverte: «Se a marzo, al momento del voto finale sulle riforme, si dovesse ripetere l'assenza di tutte le opposizioni, la minoranza del Pd non prenderebbe parte al voto stesso. Aver votato in una notte oltre 350 emendamenti a una riforma costituzionale, non so se rappresenta un record, ma se lo è, è un record negativo».

Boccia spiega che la minoranza del Pd ha votato in modo omogeneo al gruppo (tranne su un paio di emendamenti), «per rispetto delle decisioni prese all'Assemblea del gruppo. In quella Assemblea - riferisce Boccia - abbiamo dato al segretario-premier credito nel suo tentativo di mediare con le opposizioni. Secondo me c'erano le condizioni per una mediazione già ieri, perchè avere un aula piena valeva un giorno di lavoro in più. Questa mediazione non è stata fatta, e così alcuni di noi non hanno partecipato al voto (Fassina e Civati ndr), altri hanno votato per non minare le fondamenta del Pd che rimane l'unico baricentro in un sistema politico in dissoluzione. Però ora che a marzo ci dovremo esprimere sul voto finale, io non ho alcuna intenzione di votare riforme con un Parlamento semivuoto, perchè sarebbe un pessimo precedente».

«Alcune opposizioni, come M5s - ammette Boccia - hanno sbagliato toni e metodi, perchè quando impedisci ad un altro collega di parlare, impedisci il funzionamento di base della democrazia. Ma se tutte le opposizioni hanno deciso di uscire non possiamo pensare che siano tutti eversori. C'è qualcosa che non funziona e noi dobbiamo farcene carico. Ieri Renzi ha chiesto una apertura di credito, gli è stata data con l'impegno a tenere aperta la mediazione, se non accade, se resta questa riforma non la possiamo votare». «Io mi muoverò sia alla Direzione del Pd che in tutte le occasioni pubbliche perchè il Pd eviti di ripetere l'errore del passato, l'approvazione a colpi di maggioranza di una riforma. La Costituzione deve essere amata da tutti gli italiani e una approvazione con i voti di una sola parte mina questo obiettivo. Renzi quindi apra una mediazione, offrendo anche la possibilità di modificare ancora il testo in Senato».

Alfano Nel voto sulle riforme «sarebbe stato auspicabile avere un più ampio novero» di partiti favorevoli: «noi, dopo la rottura completa abbiamo ritenuto di andare avanti. Al voto finale speriamo partecipi anche Forza Italia, sono per riaprire il dialogo», ha detto il ministro dell'Interno Alfano a Rainews 24.

Renzi su Twitter. «Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a gufi e sorci verdi», ha scritto il presidente del Consiglio, al termine della maratona parlamentare che ha portato all'approvazione del ddl costituzionale alla Camera.

Poi attacca: «Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni. Noi bene così, andiamo avanti».

E, sempre su Twitter, il premier aggiunge: «Dopo QE, piano investimenti, commissione su flessibilità, dollaro-euro, grazie a riforme strutturali #italiariparte Non ci fermiamo è #lavoltabuona».

Non solo, arriva anche l’annuncio sui provvedimenti in cantiere per il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo: «Prossimo Consiglio dei Ministri (venerdì). Decreti legislativi su partite IVA, fatturazione elettronica, cococo, maternità #lavoltabuona».

Insomma, Renzi non si ferma e continua a sfidare le opposizioni. Che però non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla loro battaglia e sperano nell’aiuto di una parte della minoranza del Pd che, anche in quest’ultimo passaggio parlamentare, ha mostrato segni di insofferenza nei confronti del premier-segretario.

«Matteo Renzi buuuuuuu... Ride bene chi ride ultimo, in Etruria e dintorni», replica, sempre su Twitter, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

L'Aula della Camera ha approvato nela notte gli ultimi 4 articoli al ddl sulle riforme (dal 38 al 41) relativi al coordinamento, alle disposizioni transitorie e a quelle finali nonchè l'articolo relativo all'entrata in vigore delle norme. Il via libera agli articoli è stato salutato da un applauso dei deputati del Pd, che si sono anche alzati in piedi.

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