Renzi: «L'esecutivo volti pagina
il teatrino del Cavaliere è finito»

Renzi: «L'esecutivo volti pagina il teatrino del Cavaliere è finito»
di Nino Bertoloni Meli
2 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Ottobre 2013, 08:21
ROMA - Un bersaniano doc come Alfredo D’Attorre, che non tifa certo per Renzi leader, non ha difficolt ad ammetterlo: «Matteo si è comportato bene con Letta, è stato leale». Il giorno dopo la grande passione in Parlamento, dove sono andati in scena la divisione del Pdl, la retomarcia del Cavaliere e il decollo del governo Letta, l’ex rottamatore torna a farsi sentire sia sull’esecutivo che sul partito. Sul primo punto ripete di aver voluto mettere davanti a tutto «l’interesse dell’Italia e non quello personale», sicché adesso, forte di questo, Renzi annuncia di voler chiedere al governo «quello che gli italiani si aspettano, di voltare pagina, finalmente». Una svolta politica e governativa che oggi è più a portata di mano perché «è venuto meno il ruolo determinante di Berlusconi». Quanto al partito, il sindaco conferma di volersi gettare nella contesa a capofitto, veste ormai i panni del segretario in pectore, si appella direttamente ai militanti, «ho bisogno del vostro aiuto, del vostro sostegno, delle vostre idee, coraggio e proposte», il tutto in vista della scadenza delle primarie dell’8 dicembre «che saranno libere e aperte a tutti, senza preventivi controlli del sangue a cittadini ed elettori».



E tanto per far capire che intende fare sul serio, Renzi annuncia un’altra Leopolda a breve, per il 25-27 ottobre, «segnatevelo sull’agenda». La macchina congressuale democrat si è intanto avviata. Per questo fine settimana sono in programma i primi congressi locali dove potranno votare soltanto gli iscritti, mentre l’11 del mese scade il termine per la presentazione delle candidature a leader con annesso documento politico.

L’attenzione rimane però concentrata sugli sviluppi della scena politica. Il Pd spinge per la formazione dei gruppi autonomi del Pdl, «sarebbe un elemento di chiarezza». Ma chi nel partito non crede che la situazione si sia stabilizzata guarda a oggi, al voto in Giunta al Senato per la decadenza di Berlusconi, come all’ennesima occasione di riaccendersi della contesa politica e dello scontro. C’è poi un’altra ala democrat, abbastanza consistente e che va dagli ex ds fino a ex popolari come Rosy Bindi, che non vede di buon occhio, anzi osteggia, ogni tentativo o conato o proposito di stabilizzare le attuali larghe intese per approdare poi a una prospettiva di tipo neocentrista, «una cosa è la stabilità, altro il partito della stabilità», sintetizza il renziano Paolo Gentiloni. C’è poi chi non scommette molto sulla durata dell’attuale esecutivo. Non ci crede e non ci punta Goffredo Bettini, «sarebbe un errore stabilizzare le larghe intese»; l’ex braccio destro di Veltroni chiede a Letta di cambiare la legge elettorale, approvare la legge di stabilità e i provvedimenti più urgenti «per poi andare alle urne a marzo per ridare la voce ai cittadini». Per Bettini, «serve un governo innovativo e coraggioso, e la migliore personalità per guidarlo rimane Renzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA